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martedì 31 marzo 2009

Nasce il Partito della liberta'.

Un partito che comprendesse tutto il centrodestra (ma non solo) come il “Popolo della libertà”, e’ sempre stato l’obbiettivo di Berlusconi, sin dall’inizio della sua rivoluzione politica iniziata nel 1994 quando fondò “Forza Italia”, che i maligni definirono un partito di plastica, ma sono stati clamorosamente smentiti. In questi ultimi 15 anni Berlusconi ha dimostrato di non essere per niente di plastica, semmai si e’ confermato l’unico vero leader che ha aumentato continuamente il consenso. E’ stata l’intera politica italiana ad essere di “plastica” che e’ sopravvissuta per i soliti trasformismi dopo la caduta del suo primo governo: il ribaltone del 1995, la nascita del governo D’Alema nel 1998 (resa possibile dal voto determinante di deputati “acquistati” dal centrodestra), le armate Brancaleone chiamate prima Ulivo e poi Unione. Nel 2007 Veltroni aveva tentato un gesto coraggioso: rompere con la tradizione antiliberale della sinistra per costruire il PD, come partito che poteva essere alternativa di governo. Aveva giurato che avrebbe accantonato la demonizzazione dell’avversario, l’uso politico della giustizia o il rovesciamento in Parlamento delle scelte compiute dagli elettori, ma poi e’ scappato via. Gli italiani non credono ciecamente in Berlusconi, ne’ lo ritengono un santo e non pensano che abbia sempre ragione. Lo votano perché sono certi che sia “l’unico” in grado di far qualcosa di buono per l’Italia. Vogliono al governo qualcuno con un po’ di buon senso, che ha le idee chiare di cosa fare e lo faccia con competenza e determinazione. Che sappia ridare non solo autorità, ma soprattutto autorevolezza allo Stato. In questi ultimi 15 anni e’ stato chiaro il disegno diabolico della sinistra per “eliminarlo”, appoggiata da una parte della magistratura e da moltissimi media (altroché da lui controllati!). Non vi sono stati limiti al suo “sputtanamento”. Tanto ciò che conta e’ insinuare il sospetto. Intanto appiccichiamogli il marchio d’infamia: non se ne libererà più. Il tutto ovviamente grazie alla sinistra, a dei faziosi magistrati e ai media. Berlusconi non è stato condannato nelle aule dei tribunali dopo un processo, in seguito a prove ed a sentenze dei magistrati. E’ stato “condannato” dalle procure “rosse” che hanno trasformato il “sospetto” in “reato” certo. In Italia la magistratura ha tentato di stabilire chi ha il diritto di fare politica e chi no. L’opinione pubblica pensa: uno che è accusato di tanti reati non può certo essere un galantuomo. È stato assolto? Perché può permettersi ottimi avvocati, perché è un furbastro. Un furbastro ma non un galantuomo. E un buon 25% degli italiani lo ”odia” pensando così. Ormai la dose di questo vilipendio ha superato ogni limite, che agli attacchi contro Berlusconi non ci crede piu’ nessuno. L’odio che i “politicanti” di sinistra (ma non solo) hanno per Silvio e’ dovuto nel vedere in lui una seria minaccia alla loro sopravvivenza perché lui e’ l’antipolitico per antonomasia. Quando Berlusconi “scese in campo”, tutti i politici, nemici ed amici, furono “scocciati” per essersi visti scavalcati dall’ultimo arrivato. Da un “riccastro” sorridente, da un capitalista che politicamente non era nessuno. Il centrosinistra ha fatto del tutto per eliminarlo per via giudiziaria, ma anche gli “amici” piu’ volte gli hanno chiesto di sloggiare perché ormai troppo vecchio. “Ho vent’anni di meno di lui” disse Fini. Si, ma e’ meglio un “vecchio” saggio, energico e con idee chiare di un “giovane” presuntuoso, arrogante e dalle idee confuse. Gli “amici” hanno cercato di metterlo in difficoltà in tutti i modi con dispetti e, persino, deridendolo. Erano certi che Berlusconi non poteva fare a meno di loro, ma non hanno considerato che Silvio e’ un uomo fuori della media. Può agire con serenità perché ha già avuto tutto. E’ ricco. Ha fondato il piu’ grande partito italiano. E’ stato l’unico presidente del Consiglio che abbia governato per un’intera legislatura. Ad andar male, potrebbe ritirarsi dalla vita pubblica sicuro di essere già nei libri di storia. Silvio ha voluto essere democratico con tutti a tutti i costi e così ha generato una miriade di serpi velenose dentro e fuori al suo schieramento. Basta vedere personaggi come comici, cantanti e giornalisti che fanno miliardi prendendolo in giro e calunniandolo, ma nessuno e’ riuscito a fermarlo per fargli raggiungere l’obbiettivo per cui decise di scendere in campo. Ancora una volta, con geniale tempismo Silvio ha “inventato” il nuovo Partito del “Popolo della libertà”. Lo scopo e poter favorire un drastico ricambio generazionale favorendo giovani preparati e brillanti, che sono gli unici capaci a comprendere la globalizzazione dei problemi. L’Italia ha estremo bisogno di nuovi progetti validi e rigorosi, che possono essere portati avanti da persone nuove, ma con una preparazione ed una formazione indiscutibile. La politica non deve essere piu’ in mano ai “quaraquaqua’ nullafacenti”. La gente comune e’ stufa di “chiacchiere”, vuole concretezza, serietà ed onestà da chi governa. Silvio Berlusconi e’ particolarmente fiero, di essere stato il talent-scout di alcuni giovani ministri che stanno dando ottima prova di sé, tra questi uscirà il Premier del 2013 quando Berlusconi, da persona intelligente qual’e’, compiuta la sua missione, si ritirerà a vita privata. Non e’ interessato minimamente alla presidenza della Repubblica, per questa carica ha già indicato Gianni Letta. E’ un cambiamento rivoluzionario in un sistema poco disposto al cambiamento come quello della politica italiana. Il partito del “Popolo della libertà” vuole dare un’opportunità’ a tutti, anche a quelli che sono arcistufi e delusi dell’inconcludente Pd. Gianfranco Fini, nel suo discorso per “accompagnare” AN all’entrata nel “Popolo della libertà”, ha fatto intendere chiaramente che si e’ chiamato fuori dal nuovo partito per diventare il “garante della Costituzione. Non ha scelto di partecipare in prima persona alla nuova esperienza politica. Anche in questa occasione e’ stato “ambiguo”. Si e’ “sdegnato” per il concetto secondo cui l’Msi è stato “sdoganato” affermando che le idee non si sdoganano. Al termine della prima Repubblica, il partito comunista era diventato egemone nella politica italiana e, con lo “sterminio” dovuto a “mani pulite” dei partiti democratici, stava per giungere al potere incontrastato, ma Berlusconi distrusse la “magnifica macchina da guerra” di Ochetto. Quello che e’ accaduto in seguito e’ la lotta del vecchio contro il nuovo. La politica di Berlusconi non si ispirava alle vecchie ideologie dei partiti del Novecento, ma si fondava su verità semplici come: libertà, democrazia, popolo e concretezza di governo. In queste parole molti elettori si sono riconosciuti, compresi quelli dell’Msi che erano sempre stati ferocemente discriminati dalla sinistra. Quindi Silvio ha “sdoganato” l’intera politica italiana, soffocata dall’antidemocrazia, dal “politichese” fumoso ed astratto e strumentalizzata da spocchiosi pseudo intellettuali di sinistra figli del deleterio ’68.

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