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venerdì 4 febbraio 2011

Una campagna di "distrazione" di massa per nascondere l'operato del governo. L'opposizione piu' che il bene dell'Italia vuole "espellere" Berlusconi.

Il Globo & La FiammaAustralia

Venerdì 04 febbraio 2011

I soliti giornali insistono con la campagna di “distrazione” di massa “fantasticando” sulle vicende “private” di Silvio Berlusconi. Piu’ che “informare” i cittadini sull’intensa attività del governo, che non ha mai smesso di lavorare, preferiscono concentrasi su “puttanate” per incentivare la vendita dei loro giornali e per voler far intendere ai cittadini che “l’hobby” del Premier gli impediscono di governare con efficienza. Chi ha una connessione Internet, facilmente può consultare il sito www.governo.it e rendersi conto che il Governo sta marciando a pieno ritmo approvando, ogni giorno, leggi, provvedimenti e riforme come quella della scuola mentre, a giorni, presenterà quella fiscale, della giustizia, delle piccole e medie industrie ed altre. Tutta la classe politica, nessun schieramento escluso, sarà chiamata a collaborare e i cittadini si accorgeranno chi veramente vuole il “progresso” dell’Italia e chi, invece, vuole rimanere attaccato al “passato”. Chi vuole il “bene” dell’Italia e chi invece agisce soltanto per “eliminare” Berlusconi. Molti non capiscono che il Premier ha l’obbligo di governare fino a che avrà la fiducia del Parlamento. Nessuno capirebbe che, dopo sette voti positivi ottenuti (tra cui due fiducie) dal Parlamento negli ultimi due mesi, il governo si dimettesse. Berlusconi non teme le elezioni che vincerebbe, secondo tutti i piu’ recenti sondaggi, insieme con la Lega Nord. Il Premier e’ “strenuamente” impegnato per cercare di governare, ma se gli sarà impedito, si andrà al voto pur in un momento cosi’ delicato e questo “solo” e “soltanto” per l’irresponsabile ostruzionismo delle opposizioni. Se questa sarà la ragione per cui si andrà alle elezioni, e’ pacifico che Berlusconi le “stravincerebbe”: non c’e’ “bunga bunga” che tenga. In questo momento Silvio e’ la scelta “migliore” perché le altre sono “inaffidabili”. Sono anni che parliamo dei suoi “reati”, ma non c’e’ lo straccio di una sentenza, mentre l’opposizione non e’ riuscita a “presentarsi” come un’alternativa “credibile”. Neppure potrà vincere con la soluzione suggerita dal leader “minimo” D’Alema: un’armata “Brancaleone” che va dall’Idv al Terzo Polo. Il programma non c’e’, li terrebbe insieme solo l’odio per Berlusconi. Pensare che Silvio si suicidi o che lo “sbattano” in galera per sempre e’ da pazzi e da persone incapaci di vivere nella democrazia. Non si rendono conto che il loro “giustizialismo” convince gli italiani che Silvio e’ sempre migliore di loro. La sinistra e’ stracolma di “falliti” che campano solo grazie ai soldi della politica. Gente “vecchia” che continua a difendere ideologie morte e sepolte. Gente che nella loro vita non ha mai lavorato. Non parliamo poi di “Gianfrego”. Sul caso “Montecarlo” ormai c’e’ una mole di prove che non vi e’, in Italia e nel mondo, persona che non sia convinta che quella casa e’ del cognato. Fini aveva promesso di “dimettersi” se questo fosse stato accertato. Nicolo’ Vergata, in un suo articolo, ha messo in evidenza che il mancato adempimento di una promessa pubblica, oltre che implicare una responsabilità “etica”, costituisce anche la “violazione” dell’articolo 1989 del codice civile: “Promessa al pubblico”. Ma nessuno riuscirà a schiodare Fini dalla poltrona di Presidente della Camera. E’ evidente che utilizza una carica istituzionale, con quel che comporta in termini di visibilità e autorevolezza, per metterla a disposizione di un partito contro il Premier. Due dei tre “pollastri” Fi.Ca.Ru. (Fini, Casini e Rutelli) si sono riuniti a Todi per mettere in evidenza tutta la loro “inconsistenza”. Assenza “diplomatica” per Fini che ha capito che non sarà lui il “leader” del “pollaio”. A tutto questo si aggiunge la “boiata pazzesca” di una certa parte della magistratura. Se le loro accuse non fossero venute dopo un’infinita’ d’inchieste che da 17 anni vedono accusato Berlusconi di tutto e di piu’, certamente avrebbe trovato piu’ credibilità nell’opinione pubblica. I giornali “terroristi” continuando nella loro opera di “distrazione” di massa infatti non hanno scritto neppure un rigo su quando avvenuto il 25 gennaio. Presso la sala stampa di Palazzo Chigi, i ministri del Lavoro Maurizio Sacconi, dell'Istruzione Mariastella Gelmini e della Gioventù Giorgia Meloni, hanno illustrato i “primi risultati” del piano innovativo tra formazione e lavoro. Il piano “Italia 2020” e’ un progetto articolato tra scuola, formazione, università e mondo del lavoro, con fondi complessivi pari a un 1 miliardo e 82 milioni di euro. Suddivisi tra ministero del Lavoro (486 milioni), dell'Istruzione (492 milioni) e della Gioventù (104 milioni). “Italia 2020” ha per obbiettivo una “formazione consapevole” che aiuti i giovani ad effettuare le scelte per il futuro tenendo conto delle “esigenze del mercato del lavoro”. Il progetto“Italia 2020” mette i giovani prima di tutti. ”Italia 2020” e’ un piano per l’occupazione dei giovani attraverso l’integrazione tra apprendimento e lavoro, presentato dal governo il 28 settembre 2009. Sono tre i principali obbiettivi. 1) Facilitare la transizione dalla scuola al lavoro. Il passaggio tra scuola e mondo lavorativo e’ uno dei principali ritardi dell’Italia. Ciò e’ determinato dal fatto che la scelta, al termine della scuola superiore, si basa ancora oggi piu’ su una “preferenza personale” che su “l’orientamento” delle istituzioni scolastiche che debbono indicare gli sbocchi migliori sul mercato del lavoro. Un'altra questione, altrettanto preoccupante, e’ data dal “modo” della transizione tra scuola e università e poi tra università e lavoro, con una prevalenza di scelte “attraverso reti amicali (leggi: raccomandazioni) e informali che, non di rado, operano ai limiti della legalità”. E’ ancora bassa la percentuale di ragazzi che trovano lavoro tramite i centri pubblici per l'impiego e dalle agenzie private abilitate. Per determinare un’inversione di rotta, lo sforzo di “Italia 2020” si e’ concentrato sul potenziamento degli operatori per la formazione con un investimento di 14 milioni di euro per i progetti di consulenza di esperti del settore per meglio indirizzare i ragazzi. Tra le prime iniziative, il potenziamento del sistema informativo “Excelsior”. Non opererà piu’ con cadenza “annuale” e su base “regionale”, ma “trimestralmente” e a livello “provinciale”. Questo permetterà di seguire e rendere note le occasioni di lavoro piu’ richieste e remunerative. Viene potenziato il progetto di formazione all’estero “Erasmus Placement”, che permette ai ragazzi di compiere un apprendistato presso imprese straniere con un “borsa di studio” mensile pari a 600 euro, cui si aggiungono i contributi forniti dalla singole universita’ per un totale che può arrivare sino a 900 euro mensili. 2) Rilanciare il contratto di apprendistato. Contrariamente al passato, il progetto “Italia 2020” non vuole piu’ che l’apprendistato sia come una gavetta “sottopagata”, ma rappresenti uno strumento innovativo e funzionale, che permetta un’integrazione tra il sistema didattico/formativo ed il mondo del lavoro. In questa direzione va “Italia 2020”, che prevede l’obbiettivo di un apprendistato lavorativo già durante gli anni della formazione universitaria. Si fornisce alle imprese una maggiore flessibilità e selezione nella scelta dei loro futuri impiegati. Questa “flessibilità” permetterà a studenti/apprendisti e lavoratori un contratto piu’ snello e meno burocratizzato. In questo contesto si colloca anche il progetto “Campus Mentis”, iniziativa che sarà riservata ai 20 mila migliori laureati delle università italiane, i quali saranno messi da “subito” sotto contratto stabile dalle aziende. 3) Rilanciare l’istruzione tecnico/professionale. Per tutti gli anni ‘90 e per i primi anni 2000 si e’ assistito ad una costante diminuzione dei ragazzi iscritti agli istituiti professionali e tecnici, a tutto vantaggio dell’istruzione liceale, fino a giungere alla situazione dell'anno scolastico 2007/2008, che ha visto gli istituti professionali con il 13% degli iscritti, i tecnici con il 30,8% e licei con il 56,2%. E’ evidente che senza interventi strutturali questa differenza sarebbe stata destinata ad allargarsi sempre di più. Per scongiurare la “estinzione” dell'istruzione tecnico/professionale, il governo ha attuato, tramite “Italia 2020”, una serie di provvedimenti tra i quali la possibilità, di eliminare il “contributo d’istituto”, una vera e propria tassa. Il cambiamento di tendenza e’ sotto gli occhi di tutti: gli istituti professionali sono passati, in soli due anni scolastici, dal 13 al 14,4%, i tecnici dal 30,8% al 32,3%, mentre gli scritti ai licei sono scesi al 53,3%. Per incentivare gli studenti a preferire le materie scientifiche a livello universitario, e’ prevista l’eliminazione della seconda rata per gli studenti meritevoli di facoltà scientifiche. La Regione Sardegna concede un ulteriore incentivo prevedendo un contributo di 6 mila euro annui per gli studenti “fuori sede” di facoltà scientifiche. Scrivano i giornali di queste cose, che poi sono quelle che realmente interessano i cittadini, invece di fare morbosamente i “guardoni” dal buco della serratura.

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