Negli anni cinquanta Giovannino Guareschi, sul “Candido”, pubblicava una rubrica: “Visto da destra”, “Visto da sinistra”, dove lo stesso fatto era presentato in maniera tanto diversa, o da risultare nettamente a favore della destra o a favore della sinistra. L’intento era “umoristico”, ma col tempo abbiamo fatto talmente l’abitudine alla “faziosità” della stampa, che ci ha fatto passare la voglia di ridere. E’, infatti, con rassegnato “disgusto” che riportiamo l’ennesimo caso non di “falsificazione” della notizia di partenza, ma del suo totale stravolgimento interpretativo, fino a rappresentarla del tutto diversamente dalla verità. Sul fatto avvenuto concordano sia “La Repubblica” che “Il Giornale”. Il consigliere di Barack Obama, Mr Ben Rhodes, alla domanda di un giornalista, ha risposto con queste parole: “Per l’Italia vale il discorso della Grecia e cioè se ci sono cambiamenti di governo non cambiano i problemi del paese”. Il senso e’ chiaramente “inequivocabile” e il lettore pensa di aver capito cosa intendeva dire Mr Rhodes. Il giornalista di “Repubblica”, Federico Rampini, dichiara questa frase “sibillina”. Secondo lui deve essere interpretata. Poniamo il caso che si chiede a qualcuno se sia più veloce un’automobile bianca o un’automobile nera. Se la persona risponde che il colore non influenza la velocità, quindi, di sicuro non avrà detto che preferisce l’automobile bianca a quella nera. Certo, c’e’ chi preferisce avere la macchina nera ad una bianca, ma rimane convinto che il colore non influenza la velocità. Invece questo non avviene sulla stampa. Dalla frase che tutti riportano “identica”, ci sono “diverse” interpretazioni. Secondo “Il Giornale”, Stefano Filippi, quella risposta significa che non e’ il caso di cambiare il governo. Infatti il titolo grida: “Parole di Obama: Cambiare governo? Non risolverà i problemi italiani”. E’ un titolo che potrebbe confondere i lettori. L’interpretazione che si “suggerisce” al lettore e’ che questo governo stia già facendo il possibile. Cosa che può anche essere, ma che Mr Rhodes non ha detto. Nell’articolo leggiamo: “E alla domanda se Washington tema un’eventuale caduta del governo guidato da Silvio Berlusconi, lo stesso Rhodes ha risposto: Per l’Italia vale il discorso della Grecia e cioè se ci sono cambiamenti di governo non cambiano i problemi del paese”, ma non siamo sicuri che la domanda fosse questa. Anche perché, secondo “La Repubblica” essa potrebbe essere ben altra. Leggiamo: “Lo si capisce dalla frase sibillina che usa Mr Ben Rhodes, uno dei principali sherpa di Obama che lo accompagna qui al G20. Per l’Italia...” ecc. ecc. Per il valente giornalista di “Repubblica” Rampini, la frase non era chiara e si domanda che cosa ha voluto dire Mr Rhodes. Ma se “Il Giornale” ha “confuso” un po’ il lettore, “La Repubblica”, come al solito, vuole strafare e risolutamente fa un titolo infondato: “A Cannes va in scena il dopo Cavaliere”. Infatti, dopo avere riportato (esattamente) la famosa frase di Mr Rhodes, Rampini non la trova più “sibillina” e scrive con certezza: “Anche l’Amministrazione USA quindi si prepara al dopo Berlusconi, si prepara già a lanciare messaggi a un governo diverso a cui indica i paletti: i problemi da risolvere, l’entità della manovra di risanamento, l’urgenza estrema di un ricupero di fiducia internazionale”. Ora uno si chiede, dove le ha sentite, dove le ha lette Rampini tutte queste cose? Rampini e “La Repubblica” possono benissimo preferire la macchina bianca o quella nera, ma perché devono attribuire all’incolpevole Mr Rhodes un’opinione che non ha mai espresso? È onesto questo? E’ informazione o e’ “imbrogliare” i lettori? Per molti decenni i “comunisti” sono stati talmente convinti di avere ragione e di volere il bene del proletariato (non dell’Italia) e per raggiungere lo scopo raccontavano che “gli asini volano”. Per riepilogare. Stefano Filippi de “Il Giornale”, titola: “Parola di Obama: Cambiare governo? Non risolverà i problemi italiani”. Federico Rampini de “La Repubblica”, titola: “A Cannes va in scena il dopo Cavaliere”. Il “comunismo” e’ morto e sepolto, ma i suoi “nostalgici” ne hanno mantenuto la mentalità. Raccontano al lettore una cosa “vera” in modo che ne capisca una “falsa”. Forse non e’ un peccato, forse e’ un merito.
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