domenica 15 gennaio 2012
All’indomani dell’insediamento del Governo Monti-Napolitano sono comparsi sulla stampa anglosassone alcuni articoli molto critici che mettevano in risalto la deriva antidemocratica che, con la nomina di Primi Ministri e governi che non avevano alcuna reale legittimazione popolare, si stava imponendo in Europa, tanto da far affermare al Times di Londra che “L’unione europea ha sempre avuto un deficit democratico, ma questo è un abisso.”
Gli italiani, cionondimeno, hanno accolto con molta flemma il nuovo esecutivo e con un ammirevole distacco gli inasprimenti fiscali e i radicali cambiamenti del sistema pensionistico. Misure che se prese da un altro governo, di qualsiasi colore fosse, avrebbero scatenato proteste vibrate, portato in piazza milioni di manifestanti e scioperi a non finire, sono state metabolizzate nell’indifferenza generale e con sole tre ore tre di sciopero.
Non è difficile spiegare tanto inaspettato distacco, frutto di molteplici elementi a cominciare dal fatto che sinistra e destra antiberlusconiana avrebbero accettato come Premier, pur di scacciare il Cavaliere, persino zio Michè da Avetrana.
Un ruolo non secondario lo ha, poi, giocato la paura figlia di quel terrorismo sparso a piene mani da economisti, politici e giornalisti che realisticamente prospettavano per il nostro paese un futuro nero, ma assicuravano che una volta cacciato Berlusconi, il sereno sarebbe tornato come d’incanto.
Con l’insediamento del Professor Monti è, poi, iniziata la più gigantesca operazione di leccaculismo che sia mai stata vista dopo il crollo del Fascismo che ha convinto bastasse essere sobri, calvinisti e simpatici alla culona di Berlino per poterla sfangare.
A quel punto ci si è attaccati allo spread, come gli aruspici al fegato degli animali sacrificati, ignorando, o fingendo di ignorare, che in tempi di alta volatilità, le oscillazioni anche violente dei corsi azionari e obbligazionari, sono prive di significato e rispondono a motivi speculativi e all’emotività degli investitori piuttosto che ai fondamentali dell’economia.
Eppure che le cose non andassero punto bene, dopo la manovra “salva Italia” del Governo Monti-Napolitano, lo si poteva dedurre facilmente, solo che si fosse osservato non tanto il differenziale con i Bund Tedeschi, ma quello con i Bonos della Spagna. Paese anche lui inguaiato, ma con un Governo legittimato dal voto popolare e una legislatura piena davanti a se.
Il 18 novembre, due giorni dopo l’insediamento del nuovo esecutivo Monti-Napolitano, lo spread tra i BpT e i Bonos era di soli 27 punti. L’8 dicembre, subito dopo la promulgazione del decreto Salva-Italia, si era praticamente azzerato, mentre il 16 Gennaio, cioè, Venerdì scorso, i BpT pagavano quasi 169 punti più di quelli Spagnoli. Più chiaro di così: il decreto salva-Italia ha portato a un crollo della fiducia degli investitori verso l’Italia, mentre la fiducia verso i titoli spagnoli non ha subito, negli ultimi due mesi, variazioni di rilievo se non le classiche oscillazioni dei periodi di forte volatilità.
Perché tanta meraviglia, perciò, per il downgrading del debito italiano da parte di S&P ?
Non è forse da mesi che si parla del default dell’Italia come di un’ipotesi forse non probabile, ma certo possibile?
Oggi il Professore, di fronte ai meravigliosi effetti dell’azione del suo Governo, ci informa: a) che non bisogna dare molta importanza allo spread b) che il problema non è tanto l’Italia, ma l’Euro c) che c’è un attacco speculativo contro l’Europa e in particolare l’Italia d) che è colpa della signora di Berlino, se la situazione invece di migliorare si deteriora sempre di più.
Sbaglio o le stesse cose le diceva, tra il sarcasmo dei cervelloni, il Cavalier Silvio Berlusconi alcuni mesi fa?
Tutte cose vere, ma il Professor Monti ci ha messo del suo, varando una manovra che avrà effetti recessivi disastrosi. Un salasso che togliendo soldi alle famiglie, comprimerà i consumi e, quindi, la produzione.
Attendiamo fiduciosi le liberalizzazioni, sicuri che, colpendo tassisti, farmacisti e notai, l’economia italiana subirà un impulso formidabile e si risolleverà in pochi mesi.
Per favore, Presidente Berlusconi, stacchi la spina a questa giunta di professori saccenti e arroganti e torniamo al voto. Che peggio di così non potrà, certamente, andare.
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