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martedì 10 luglio 2012

Pensare di essere vecchi, rende vecchi.

Vecchi sono “quelli che si riposano”. Vecchi sono quelli che “s’accontentano di piccole soddisfazioni”, come giocare a carte, a bocce o fare una passeggiata. Vecchi sono quelli che “passano le giornate a pensare di essere vecchi”. C’e chi ha piu’ di ottanta anni e non e’ vecchio perche’ non ne ha tempo. Lavorano molte ore al giorno. Fanno una mezzoretta di esercizi fisici al giorno e qualche saltuaria visita settimanale alla palestra per tenersi in forma. Fanno volontariato. Cinque/sei ore di sonno, per tornare freschi la mattina dopo. Quando andranno in pensione? Mai! In verità, in pensione ci sono gia’ da molti anni, dopo quarant’anni e piu’ di carriera. Ma e’ un pensionato “virtuale”. Molti di loro non hanno mai mollato, non hanno mai voluto staccare. Sono quelli per i quali l’”età pensionabile” e’ una creazione “artificiosa”, un fatto burocratico, un “sopruso sociale”. Ci sono alcuni che, invece di mettersi in pantofole e “scocciare” tutti coloro che gli stanno intorno, hanno aperto nuove attività. I “non vecchi” hanno ancora voglia di continuare a lavorare, potrebbero essere molti di più se il mondo del lavoro non li “cacciasse fuori”. Esperienza buttata nel cestino, “oro” sprecato. L’emarginazione dei “senior worker” comincia attorno ai 45 anni e ci si ritrova emarginati. Non e’ possibile che la vita lavorativa duri, di fatto, solo vent’anni. Troppi “talenti sprecati” che hanno troppo tempo a disposizione. Il tempo libero non e’ più considerato “vita vera”, ma “vegetare” senza senso, e questo e’ “odioso” oltre ad essere “stupido” e un “danno” per la società. Molti “non vecchi” hanno il desiderio di far parte ancora della vita produttiva e sociale perche’ “chi lavora non ha tempo per ammalarsi”. Quanto costa un anziano al servizio sanitario? Gli anziani che lavorano sono un “investimento” ed un “risparmio”. Non sono “workaholic”, drogati di lavoro. Sono quelli che non pensano che dopo una vita di lavoro si abbia diritto di riposarsi, pensano che bisogna lottare per “restare vivi in salute” ed essere utili magari insegnando ai giovani. Gli anziani dovrebbero essere “venerati” come i “sapienti”, come i “capitribù indiani”, non “parcheggiati” nei giardinetti, nei club a farsi “fregare” i soldi dalle “slot machine” o vagabondare negli shopping centre. Non lavorano per i soldi, quello che guadagnano finisce quasi tutto in regalie. Ci si sente veramente vecchi quando smettono di chiederci cosa fa nella vita? Un settantenne oggi ha la vitalità e l’energia di un cinquantenne. Andare in pensione a 50/60 anni e’ “contro natura” e’ contro la biologia umana. I lavoratori anziani sono una “miniera di conoscenza”, sono “esperti”, fanno meno errori. Ci sono tanti ragazzi ventenni o trentenni che sono piu’ vecchi di tante persone anziane. Si diventa vecchi quando si perde la “voglia di combattere”, quando ci si fa “sopraffare dagli affanni” di tutti i giorni che sono molti e ce ne saranno sempre. Quando si “sopravvive” ma “non si vive”. Si può essere avanti negli anni, e molti, senza per questo essere “vecchi”.

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