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mercoledì 18 luglio 2012

S.P,Q.R., U.S.A. e Berlusconi.


Roma conquistò il mondo prima con le armi e poi culturalmente. Tutte le province adottarono il latino e il diritto romano. Il “foro” divenne dappertutto il centro degli affari. Ogni città si trasformò (piu’ o meno) in una replica di Roma e ciò che avveniva nell’”Urbe” era applicato dovunque. Un fenomeno analogo si verifica ai giorni nostri. Gli Stati Uniti, forse perché ex colonia, non amano dominare militarmente altri Paesi e, infatti, se ne ritirano appena possono. Tuttavia hanno molto in comune con l’antica Roma. Sono anch’essi un “Impero” ed, infatti, tutto il mondo parla inglese e parole inglesi sono penetrate in tutte le lingue. Inoltre tutti vedono i film e i telefilm americani. Tutti si interessano alla politica nazionale ed internazionale di quel grande Paese e tutti parteggiano per l’uno o l’altro dei candidati alla Presidenza, ma, infine, gli USA vengono additati anche come i colpevoli di tutti i mali del mondo. Nell’Italia contemporanea si e’ verificato qualcosa di analogo, naturalmente con le dovute proporzioni. Qui c’e’ un uomo, Silvio Berlusconi, che ha culturalmente “berlusconizzato” l’Italia nel “bene e nel male”. Qualunque cosa dica o faccia “lui” e’ notizia, anche se fosse la piu’ assoluta banalità. Se Berlusconi dice che gli piace cantare, alcuni diranno che e’ un’anima “solare e allegra”, altri diranno che e’ un “buffone”. Se dice che vuol fare una certa riforma, e poi non ci riesce, per alcuni e’ un “imbroglione”, per altri e’ la riprova che e’ un valido politico sono gli altri a mettergli i bastoni fra le ruote. L’Italia non e’ divisa in “polentoni” e “terroni”, uomini e donne, ricchi e poveri, credenti e miscredenti: si divide in “berlusconiani” e “antiberlusconiani”, e sono proprio questi ultimi i più “berlusconizzati”. Di qualunque cosa uno gli parli, di qualunque argomento, loro devono parlare sempre di “lui”, dare la colpa di tutto a “lui”, accusare “lui” di ogni “nefandezza” ipotizzata, sospettata, immaginata, fantasticata. Gli U.S.A. nel mondo e Berlusconi in Italia sono “incombenti” dovunque e in ogni momento, a proposito e a sproposito, nel bene e soprattutto nel male. L’invidia dei “perdenti” e’ “invincibile”.



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