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martedì 14 agosto 2012

Sono iniziate in Italia le "grandi manovre" per le elezioni del 2013.

Mario Monti ha constatato il suo “totale fallimento”. Non e’ stato capace di cambiare la struttura dello Stato per fare dell’Italia un Paese governabile come non e’ stato in grado di mettere l’Italia al riparo della speculazione finanziaria, ed ecco che tenta di buttarla in “cagnara” per cercare la crisi, ma Silvio Berlusconi non “abbocca” e sportivamente accetta le sue “scuse” per la “sbruffonata” che se ci fosse stato ancora al governo Berlusconi lo spread sarebbe a 1200 punti. Il Pdl, facendo andare sotto il governo alla Camera in una votazione e facendo votare soltanto alla metà dei deputati il decreto legge sulla “spending rewiew”, ha voluto ricordare a Monti che senza di lui non va da nessuna parte. Monti e’ tentato di porre fine al suo governo perche’ ormai ha esaurito la sua forza. L’ultimo tentativo lo farà a settembre quando presenterà al Parlamento le “riforme” che il segretario del Pdl, Angelino Alfano, gli ha suggerito nel loro recente incontro: “dismissioni” ovvero vendita di parte delle proprietà pubbliche per abbassare il debito pubblico, riduzione della spesa pubblica per ridurre le tasse ai lavoratori e alle industrie sia per incentivare i consumi interni e sia per rendere piu’ competitivi i prodotti italiani per l’esportazione. Manco a dirlo il Pd di Bersani non e’ d’accordo su questo ed insiste per una “tassa patrimoniale” i cui proventi verrebbero “ridistribuiti”, in termini di minori imposte, a imprese e lavoratori. E’ da tempo che gira l’ipotesi di una tassa “patrimoniale” con la conseguenza che circa 250 miliardi di euro sono gia’ fuggiti all’estero ed ogni giorno e’ notizia che la Guardia d Finanza “sequestra denaro” alla frontiera a cittadini italiani che tentano di metterlo in salvo nelle banche svizzere. Mentre il governo si prepara a settembre a fare quello che avrebbe dovuto fare appena nato, i partiti stanno “scaldando i motori” per la competizione elettorale del 2013 e le loro strade, temporaneamente confluite per sostenere Monti, iniziano a divergersi con sempre maggiore evidenza. Con le recenti interviste di Bersani e Fassina, responsabile economico del Pd, il Pd si allontana sempre di più dalla cosiddetta “agenda Monti”. Chiuso l’incidente provocato dalla frase sullo spread a 1200, il Pdl e’ stato l’unico tra i partiti di maggioranza a presentarsi da Monti con una proposta “concreta” per l’abbattimento del debito pubblico. Il sogno di Casini, invece, e’ dar vita ad una sorta di “lista Monti” e di “sostituirsi” definitivamente al Pdl nel ruolo di rappresentante dei “moderati. Casini, Fini e Pisanu, alleati in questa “impresa”, giurano che si può, ma chi crederà a questi tre “dinosauri” della politica? Quali “volti nuovi” si aggregheranno a questi “personaggi da operetta” che “puzzano” di stantio? “Pierfurby” Casini e’ in Parlamento da quasi trent’anni, ed e’ leader di un “partitino” che non ha mai supera¬to il sei per cento. E’ stato presidente della Camera grazie ai voti acquisiti da Silvio Berlusconi. Coerenza, lealtà e gratitudine non sono il suo forte come non lo sono per Fini e Pisanu, ampiamente “beneficati” da Berlusconi. Casini, nonostante al¬cuni acrobatici “tentativi” precedenti miseramente “falliti”, e’ ancora lì a giocare a fare lo “stratega”. Offre uno spettacolo “patetico” nel credersi il “perno” della politica italiana. L’esperienza insegna che tutte le volpi, prima o poi, finiscono in pellicceria. Nella sua carriera ha commesso piu’ di qualche errore. E’ naturale che si possa sbagliare, ma non “perseverare”. Ultimamente aveva creato il “Terzo polo” con Fini e Rutelli (il pollaio “FiCaRu”), rimediando una cocente “batosta”. Come avevo previsto i polli “FiCaRu” sono finiti allo “spiedo”. Poi si e’ inginocchiato davanti a Mario Monti per “venerarlo”. Infine, ha annun¬ciato il proposito di allearsi con l’ex comunista Pier Luigi Bersani e con il comunista Nichi Vendo¬la. Vista la “sdegnata” reazione del suo elettorato, ha fatto “macchina indietro” precisan¬do: prima di mettermi con quei due, aspet¬to l’esito delle prossime elezioni. Alle quali mi pre¬sento da solo col mio partito, col mio programma. A spoglio avvenuto, se avrà vinto la sini¬stra, ci salterò dentro. E cosi’ i “democristiani” dell’UDC (Unione di Centro) saranno belli che “fregati”. Per¬ché “democristiani” sono coloro che votano Casini da sempre. E quando si tratterà di stringere patti con Vendola e Bersani, “Pierfurby” dovrà accettarne la linea politica della sinistra, rinunciando alla propria. In al¬tre parole. L’UDC raccoglierà i soliti consensi modera¬ti e cattolici, poi li “venderà” a Bersani e a Vendola. Volendo chiamare le cose col loro nome, questo e’ un “imbroglio”. Stavolta il trucco non fun¬zionerà. I suoi elettori “non sono stupidi” come lui pensa, e non abboccheranno.

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