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martedì 4 settembre 2012

In Italia potrebbe esserci la piena occupazione.


La cosiddetta “generazione perduta”, quella formata da persone fra i 20 e i 30 anni, sono le vittime delle generazioni anziane. In passato sono state “sperperate” risorse che non c’erano, garantendo uno stile di vita che non si poteva avere. La classe politica ha colpe enormi, ma non proprio tutto e’ imputabile ai politici. In realtà “molti sono complici” di una mentalità diffusa, che ha ritenuto per anni che lo Stato avesse risorse “infinite”. E invece infinite non lo erano affatto. Oggi l’Italia e’ “sommersa” da un debito che e’ quasi interamente nelle mani dei mercati internazionali che pretendono, giustamente, la restituzione delle somme investite. Ogni asta dei nostri buoni del tesoro diventa un “thriller”. Se l’asta fallisse c’e’ il “rischio concreto” di non poter pagare stipendi e pensioni. Ma pure i giovani hanno le loro colpe. Si tratta di colpe “riflesse” per come sono stati educati. Nel dopoguerra gli italiani emigrarono in massa per trovare lavoro anche “umiliante” all’estero. Sono stati il “volano” della rinascita economica italiana oltre ad essere riusciti a far affermare “l’italianita’” nei Paesi in cui sono approdati. Poi e’ iniziato il flusso contrario. L’Italia, da terra di emigranti, e’ diventata un Paese che “importa” lavoratori stranieri. Perche’? E’ accaduto che gli italiani abbiano iniziato a rifiutare molti tipi di impiego. Talora perché pagati poco, più spesso perche’ ritenuti “degradanti” o poco soddisfacenti dal punto di vista del “prestigio sociale”. Si e’ diffuso “il mito della laurea”, anche quando e’ chiaro che serve a poco o niente. Sono stati lasciati agli immigrati stranieri interi settori economici che avevano, e ancora hanno, un grande bisogno di addetti. Gli artigiani sono diventati merce rara. Più difficile trovare l’idraulico e l’elettricista del medico. Ma c’è un caso ancora più eclatante. L’età media della popolazione italiana e’ aumentata. C’e’ la necessità di trovare persone che assistano gli anziani. Gli anziani sono tantissimi ed in aumento, di conseguenza, anche il numero di chi presta assistenza domiciliare e’ destinato a crescere sempre più. Si tratta di un lavoro difficile e delicato che, pero’, garantisce una remunerazione “dignitosa”. Si trovano italiani/e disposti a operare in questo settore così in crescita? Casi rarissimi. L’Italia e’ stata “invasa” (nel senso buono della parola) da “badanti” che provengono per lo più dal Sud America o dai Paesi dell’Est. Si capisce benissimo il motivo che spinge quasi tutti i nostri connazionali a rifiutarsi di fornire prestazioni di quel tipo: il nome “badante” viene considerato una sorta di “offesa alla propria dignità sociale”. Tutti aspirano a una professione di “prestigio” che procuri subito alti guadagni. Sarebbe necessario un radicale cambiamento di mentalità. Occorre un’educazione, “familiare e scolastica”, destinata a non “svalutare” le professioni manuali. Una sorta di “rivoluzione educativa” assai difficile da realizzare visti i modelli culturali dominanti (veline, tronisti, grande fratello ecc.). Tutto questo pero’ fa capire che in Italia il mercato del lavoro e’ ancora grande. Esistono impieghi in vasti settori che i nostri connazionali “rifiutano” per paura di una presunta “degradazione sociale”. Piuttosto preferiscono restare disoccupati o andare a “lavare i piatti” all’estero.

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