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martedì 23 aprile 2013

Napolitano chiude l'era dell'antiberlusconismo?

di Bartolomeo Di Monaco


22 aprile 2013

Era da molto tempo (ricordo il discorso di Aldo Moro in parlamento contro chi pretendeva di processare la Dc) che non ascoltavo un intervento di così alto profilo da parte di un un uomo delle istituzioni.Dopo che ho criticato molte volte l’uomo che ha portato alcune ombre sul Colle (che non desidero in questa occasione rammentare in omaggio a quanto di importante è accaduto pochi minuti fa) oggi sono dalla parte di Napolitano al cento per cento.
Il rimprovero indirizzato alle forze politiche e al parlamento, avvenuto nella sede democratica più autorevole, è stato forte e solenne, e ha messo in luce tutti i vizi e le partigianerie che hanno allontanato le istituzioni dai cittadini, alimentando una pericolosa ondata di antipolitica.
Ma la parte che mi ha convinto a rendere pure io gli onori all’anziano rappresentante del nostro Paese (apparso davvero un gigante tra i nani, risoluto a spendere la pesantezza e la fatica dei suoi tanti anni ancora al servizio dell’Italia) è la sottolineatura che ha voluto fare dell’odio che ha caratterizzato il confronto tra i partiti, e le sue parole sono state estremamente allusive a quell’antiberlusconismo che ho da tempo denunciato come la malattia più grave della nostra democrazia. Non si possono demonizzare uomini che hanno ricevuto un vasto consenso dall’elettorato e che sono arrivati a sfiorare perfino la vittoria, come è accaduto a febbraio per il centrodestra e per Berlusconi.
Che queste parole esemplari pongano finalmente una pietra tombale sull’antiberlusconismo? Lo spero, giacché il rimprovero di Napolitano è stato alto e solenne, proprio perché è avvenuto nel momento del suo giuramento e dell’inizio del suo secondo mandato.
Ciò che si è visto, dunque, in questi ultimi giorni ha avuto dal capo dello Stato una doverosa e decisa condanna, richiamando i partiti non all’odio ma alla collaborazione nei momenti più difficili, come accade in tutte le democrazie occidentali.
Le prossime mosse di Napolitano sono state chiaramente annunciate. Egli si adopererà per la formazione di un governo che veda i più importanti partiti impegnati a collaborare per il raggiungimento di obiettivi improcrastinabili che riguardano l’economia e le riforme istituzionali. Ha lasciato intendere che, fallito questo tentativo, non vi sarà altra decisione che quella di tornare a dare la parola agli elettori.
Chi vorrà la conferma di quanto ho appena scritto, fra non molto rintraccerà in Rete l’intero discorso di Napolitano pronunciato davanti al parlamento, e io stesso metterò qui (video) e qui (testo scritto) il link non appena lo avrò scovato.
Lo considero un discorso storico giacché traccia una linea di rottura con il passato, e invita il parlamento ed i partiti a cambiare i loro atteggiamenti nei confronti degli avversari, anteponendo il rispetto che si deve a chi è stato scelto dal popolo in libere elezioni.
Non è un caso, infine, che il primo leader che è andato a stringere la mano a Napolitano è stato Silvio Berlusconi.

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