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mercoledì 10 luglio 2013

Giovanetti cinquantenni.

 


Lunedì, 08 Luglio 2013
In Italia abbiamo un buon esempio di tutto ciò: il M5S esiste perché l’umanità è eternamente giovane e inesperta. Prendiamo il mito dell’uguaglianza. Ecco un ideale che seduce le folle e contro il quale nessuno osa prendere la parola. E tuttavia, se preso alla lettera, questo anelito è assurdo. Gli esseri umani non sono uguali. Se la barca si rovescia, si salveranno soltanto i nuotatori abbastanza bravi per tornare a riva, i più deboli moriranno. In tutte le società, anche quelle animali, ci sono individui che hanno tendenza a prevalere e a comandare. Nei canidi il capobranco non è eletto democraticamente: si afferma perché è il più forte. Gli altri animali lo rispettano anche perché sanno istintivamente che la muta ha più successo se ha un buon leader. Invece nella società umana avviene che l’inferiore sopporti male il dominio del superiore e per questo tenda a dichiararlo immorale. Giorni fa la senatrice Anitori ha lasciato il Movimento Cinque Stelle rimproverando a Beppe Grillo la sua qualità e i suoi atteggiamenti di capo e, se questa è la vera motivazione, ha nettamente sbagliato: perfino fra le galline c’è l’ordine di beccata. Cioè una gerarchia.
Nel caso del M5S, tuttavia, non è certamente la sola a dire sciocchezze. Proprio il comico le ha fatto concorrenza. Egli ha cominciato con l’indurre i suoi amici a sognare la totale uguaglianza e poi ha voluto comandare a bacchetta, emettendo fatwa e scomuniche. Né potrebbe servirgli da scusa il fatto che, se cerca di dirigere il Movimento è per il suo bene, cioè per preservarne la purezza ed attuarne il programma. Ma chi gli ha mai detto che gli altri leader tendano a danneggiare il gruppo che capeggiano? Hitler sognava di regalare alla Germania un Impero felice e dominatore che sarebbe durato mille anni.
Altrettanto ingenua è la critica del M5S ai partiti e ai politicanti. I partiti sono soltanto il risultato di un’aggregazione, come un’aggregazione è lo stesso Movimento, e i politici sono soltanto coloro che in concreto cercano di realizzare il programma del loro raggruppamento. Per esempio mandare a casa i politici precedenti, come fanno i parlamentari del M5S, magari dimenticando che alcuni dei politici precedenti all’inizio avevano lo stesso loro programma.
Ecco perché se vivessimo molto più a lungo ci comporteremmo diversamente. Perché l’esperienza di queste ingenue palingenesi, il continuo ricorso a miti spelacchiati e falliti come il diritto naturale, il “cambiamento” come ideale in sé, la democrazia diretta e tante altre fanfaluche non ci sedurrebbero più. In politica non chiederemmo la luna, chiederemmo un po’ di democrazia e il buon governo. Della rivoluzione veramente radicale hanno fatto l’esperienza prima i giacobini, poi i russi e i cinesi e ciò ci dovrebbe bastare.
La vicenda del M5S e del suo evidente avvitamento non deve indurci al sarcasmo. I suoi rappresentanti non sono più dementi della media: il fatto è che nessuno approfitta seriamente dell’esperienza altrui. Solo vivendo molto a lungo certe lezioni le digerirebbero tutti. Oggi invece solo il saggio appassionato di storia, essendo artificialmente vecchio di alcuni millenni, può seriamente tenere conto del passato. I più credono che il mondo sia nato insieme con loro: ciò che loro non conoscono non esiste; anche se una cosa non è mai riuscita in passato, chissà che riprovandoci... Siamo simili a quelle ragazze che si innamorano di un donnaiolo e credono sinceramente che, per amor loro, egli diverrà monogamo.
Pur non condividendo né le idee, né il comportamento del M5S, non si può che guardare al fenomeno con la simpatia intrisa di paterna pietà che si ha verso i giovani. Lo stesso Beppe Grillo, probabilmente, non è abbastanza navigato per essere in malafede.
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