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martedì 6 agosto 2013

Il problema e' dell'Italia, non di Silvio Berlusconi.

L’ultimo dei problemi è quello che riguarda la persona di Silvio Berlusconi. Anzi, hanno trovato il modo di farlo passare da protagonista assoluto della seconda Repubblica e da persona dotata di senso dello Stato. E’ uno “statista” che rifiuta di sfuggire alla legge e alle sentenze. Prodigi della faziosità e della persecuzione ormai “ventennale”. Riguardo la sentenza della Cassazione su Berlusconi ci si può chiedere se corrisponda alla colpevolezza o all’innocenza dell’imputato. Possono anche essere dieci, cento, mille gli ordini di giudizio, ma saranno sempre “nulli” se il giudice e’ prevenuto contro l’imputato. La storia fara’ scomparire nel nulla quanti faziosamente l’hanno “perseguitato” e “contrastato” e tutto questo sara’ a lungo una riflessione per tutti.  No, il problema non è Berlusconi, non è suo. Il problema è di tutti gli italiani. Giorgio Napolitano ha detto che i magistrati vanno rispettati, ma la giustizia finalmente va riformata. Alla storia passerà come l’ammissione di una sconfitta. Il problema non è Berlusconi, ma la democrazia in Italia. Ammalata di mali profondi. Una parte dell’elettorato è convinta che i sostenitori di Berlusconi sono persone “indegne” e intellettualmente “minorate”. Il Pd pensa di potere vincere solo impedendo all’avversario d’esistere. Sono venti anni che non si fa nulla di quel che tutte le persone ragionevoli considerano necessario e urgente  Si è scaricata sulla giustizia la vita politica “minando” cosi’ sia la democrazia che lo Stato di diritto. S’è confusa la stabilità con l’immobilità, tanto che ora ci si chiede come potrà andare avanti il governo. Enrico Letta avrebbe dimostrato di avere un po’ di spessore personale e un pizzico di coraggio politico correndo a rendere visita al leader politico che “per primo propose il governo che ora lui presiede”. E ora, come se ne esce? Esistono due strade: la prima consiste tornare subito al voto. La seconda consiste in un’iniziativa politica della sinistra che, per far continuare l’azione del governo Letta, sia d’accordo per l’immediata e profonda riforma della giustizia. E’ facile indovinare che non lo faranno. Prevarrà “l’odio” profondo che hanno dell’avversario. Ma non avrebbero neppure la capacita’ ne’ il coraggio. Ci sono anche altre infinite vie, ma portano tutte all’autodistruzione di chi si crede troppo “furbo” e, come si sa, i furbi mancano di “intelligenza”.
 

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