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venerdì 21 agosto 2015

La storia si ripete

Le classi politiche, che in questi ultimi tempi,  hanno così  (mal)governato i paesi occidentali, dovrebbero recarsi in pellegrinaggio alla cappella del Castello dei Conti di Devonshire dove nel dicembre del 1679 venne sepolto Thomas Hobbes. Al grande, immortale, autore del Leviatano dovrebbero chiedere perdono per aver trascurato la sua lezione più importante ovvero che solo lo Stato (moderno), con il suo monopolio della violenza, può fare uscire gli uomini dalla condizione ferina della guerra di tutti contro tutti, garantendo loro quel bene primario – la sicurezza della vita – senza il quale tutto il resto passa in secondo ordine.
Nel Medio Oriente, prima delle sciagurate invasioni dell’Iraq e dell’Afghanistan, intese a esportare la democrazia in tutti gli angoli del pianeta, fiorivano dittature più o meno sanguinose e corrotte e, comunque, molto diverse tra loro – il tunisino Ben Alì non era il libico Gheddafi – che lasciavano molto a desiderare sul piano dei diritti civili e politici come su quello della giustizia sociale, ma erano tappi di sughero in grado di contenere i cattivi geni imprigionati nelle rispettive bottiglie: conflitti tribali, odi religiosi, persecuzioni etniche, bande criminali etc. I dittatori avevano costruito o consolidato gli stati ma non erano riusciti a predisporre la seconda tappa del processo di modernizzazione: la ‘costruzione della Nazione’ successiva alla ‘costruzione dello Stato’.
Saltato il tappo, soprattutto per l’intervento delle potenze democratiche, i cattivi geni sono fuorusciti dalle bottiglie e come una nube tossica stanno rendendo  invivibile il pianeta
Città distrutte, esodi biblici di milioni di persone, centinaia di migliaia di profughi che si riversano in Europa, creando problemi simili a quelli affrontati dal tardo impero romano alle prese con le orde di popolazioni germaniche che attraversano l’Elba, il Reno, il Rodano, il Po alla ricerca (peraltro legittima) di una esistenza migliore. 
In tanto sfacelo, che ci siano filosofi politici che attribuiscono allo Stato tutti i mali del mondo sembra quasi un’atroce beffa del destino.

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