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giovedì 17 settembre 2015

Chi si e' venduto i maro'?

Iniziato con anni di ritardo davanti al “Tribunale Internazionale del Mare” l’arbitrato sulla vicenda della Enrica Lexie, dei pescatori indiani uccisi sul peschereccio Saint Antony e dei Marò Italiani tenuti in ostaggio in India, sono subito cominciate ad emergere prove tutt’altro che segrete, di molte delle quali avevamo dato conto con i nostri scritti, di un’incredibile “combine”, nella quale i nostri Marò, anziché il ruolo degli “assassini” (come disinvoltamente sono stati definiti in parecchi documenti indiani) sembra abbiano quello delle “vittime sacrificali”, gentilmente offerte proprio da mani e cattive coscienze italiane a copertura di chi sa quale altro delitto da altri commesso.
Un tradimento di fronte al quale aver parlato di “mercato dei Marò” è cosa che sembra doverci rendere responsabili di eccessivo riguardo per chi li ha “forniti” quali, capri espiatori, in cambio di chi sa quali affari.
Anche se l’Arbitrato internazionale non dovrà risolvere direttamente problemi di responsabilità ma di giurisdizione, dalle carte esibite proprio dagli Indiani risulta che i due poveri marinai non furono uccisi dalle armi in dotazione ai Marò
Lo avevamo già scritto. 
Ma chi aveva il dovere di esserne informato assai meglio di noi andava parlando di “non provata innocenza” dei due militari italiani (queste le espressioni di Emma Bonino, una volta militante del garantismo ed ora sostenitrice della necessità di “svuotare le carceri”) mentre qualcun altro parlava di accordi con l’India per una condanna “clemente” a “non più di sette anni di carcere”.
Ma l’interrogativo vero ed angoscioso è questo: perché tanto servilismo da parte delle Autorità militari (Ministro delle Difesa, Ammiraglio Di Paola) e diplomatiche (Ministri e vice ministri degli Esteri Bonino, Pistelli) e dei presidenti del Consiglio (Monti, Letta, Renzi) con un ritardo nella richiesta dell’Arbitrato internazionale ripetutamente e bugiardamente dato come per richiesto
Un ritardo che ha danneggiato per più versi i nostri Marò dando al mondo l’impressione che fossimo noi a doverne temere la decisione, e rendendo ancor più gravi le sofferenze dei due nostri Militari
Per non parlare della clamorosa baggianata della revoca della decisione, già annunziata, di non consentire la “restituzione” all’India di La Torre e Girone. 
Quale “affare” si temeva potesse danneggiare un atteggiamento di piena difesa dei diritti dei Nostri? 
E quali patti oscuri erano stati combinati con i più corrotti potentati indiani che non consentissero di difendere adeguatamente i nostri Militari
Sono interrogativi angosciosi che tuttavia non possiamo non porci.

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