L’inserto allegato alla “LA FIAMMA”
(giornale taliano bisettimanale
pubblicato in Autralia) per commemorale il 70mo anniversario di fondazione della Repubblica Italiana ha riportato alcuni
episodi significativi (secondo l’editore)
per proporre un “veloce viaggio nella
storia del nostro Paese dal 1946 al 2016”. E’ soggettiva la scelta degli
argomenti anno dopo anno e quindi non voglio discutere quelli scelti dall’editore. Per una buona e onesta informazione,
gli autori dovrebbero essere guidati dall’obbiettivita’. Non e’ stato cosi’ per
l’autore dell’anno 1994: “L’Italia e’ il
mio paese che amo” esclusivamente per “demonizzare” Silvio
Berlusconi. Poteva scrivere un articolo cosi’ “fazioso e menzognero”
soltanto un “comunista” DOC. Fuochi
artificiali nella chiusura del spregevole “pezzo” per lasciare
inequivocabilmente intendere ai lettori (non bene informati o “faziosi”) che
Berlusconi e’ un “mascalzone disonesto”.
Per gli anni che Berlusconi doveva governare, glieli hanno
avvelenati con tutte le peggiori cattiverie e malignità, “made” Partito Comunista.
Il bunga-bunga, diffamandolo a più non posso e finanche tirandogli statuette in
faccia, per non parlare di magistrati che l’hanno indagato anche per quante
volte andava al cesso. Si, l'abilità dei comunisti, per chi non l'avesse
capita, e’ di demonizzare l'avversario, per rendergli la vita difficile e non
permettergli di governare anche, e non ultimo, blandire le persone piu’ a lui
vicine, vedi Follini, Casini, Fini ed altri, pur di demolirlo. Quando
Berlusconi e’ stato disarcionato (18
novembre 2013), la disoccupazione era al
8,4% e quella giovanile al 29%, mentre ora, dopo i governi Monti, Letta e Renzi
tutti i dati sono drammaticamente peggiorati.
Silvio Berlusconi ha governato per
3341 giorni (9 anni e 4 mesi), guidando quattro diversi governi. Gli altri governi hanno retto l’Italia per 3587 giorni. Quindi, nel cosiddetto “ventennio berlusconiano”, Berlusconi ha
governato meno degli altri messi insieme,
incluso il governo Dini. Aggiungiamo
i 529 giorni del governo Monti e i 204 giorni del governo Letta e quelli in
corso di Renzi arriviamo a circa 5000 giorni.
Non basta. La fine della Prima
Repubblica, o l’inizio della Seconda, prese avvio il 28 giugno 1992 con il
primo governo Amato (304 giorni), seguito dal governo Ciampi (377), entrambi di
sinistra. Per cui si può affermare che, dalla fine del pentapartito, l’Italia è
stata governata da Berlusconi per 3341 giorni e dalla sinistra per 5001 giorni,
cioè per 1660 giorni in più.
Se in questi 21 anni e mezzo
l’Italia e’ complessivamente regredita, o ha avuto uno sviluppo minimo, o non
e’ riuscita a superare di diversi handicap, la responsabilità deve essere
quanto meno ripartita, e nemmeno in
parti uguali.
Più correttamente bisognerebbe
parlare che dal 28 giugno 1992
all’11 giugno 2001, i governi di sinistra sono stati al potere 3018 giorni,
ovvero hanno dominato il decennio successivo alla fine della Prima Repubblica,
durante il quale avrebbero dovuto fare le riforme profonde di cui l’Italia
aveva un forte bisogno. Ne segue che il “decennio perduto” e’ da imputare ai
“grandi”
leader come Amato, Ciampi, Prodi, Dini e D’Alema, i quali avrebbe dovuto
mostrare competenza e visione, che invece
non hanno dimostrato. Hanno invece lasciato
incancrenire una situazione che era già compromessa.
Innegabilmente i dati sono
peggiorati nel “decennio berlusconiano” 2001-2011. Ma consideriamo i tre
seguenti fattori negativi e anomali
per la loro novità: 1) attentati dell’11
settembre 2001, che hanno inferto un primo duro colpo all’economia
internazionale e hanno innescato nuove tensioni anche militari, cioè appena tre
mesi dopo l’insediamento di Berlusconi a Palazzo Chigi; 2) 1° marzo 2002, sostituzione della lira con l’euro che,
grazie anche alla tradizionale inefficienza della pubblica amministrazione
italiana, ha sconvolto prezzi, consumi e redditi, imponendo ai più un duro
adattamento alla nuova moneta e ai meno concedendo facoltà di speculare, il tutto
grazie a Prodi che ha consentito un cambio non reale tra la lira e l’euro; 3) scoppio, a partire dal luglio 2007, della peggiore crisi finanziaria del
dopoguerra che, ovviamente, come una tempesta, ha fatto più male ai più
deboli. E’ fazioso e menzognero accusare
Berlusconi per la crisi che nei fatti e’ stata gestita a livello europeo e il
governo ha avuto sempre meno margini per decidere in modo autonomo.
Nessun decennio è stato perseguitato
dalla sorte avversa come il decennio
berlusconiano tra il 2001 e il 2011. Ci fu una breve finestra di ripresa, nel
2006 e 2007: giusto il tempo perche’ ne approfittasse il secondo ed effimero
governo Prodi. La fortuna è cieca.
Ora, se nel primo decennio, dal 1992
al 2001, i grossi calibri della
politica e della tecnica, alternatisi al governo sia prima (Amato I e
Ciampi) sia dopo la discesa in campo di Berlusconi (e cioè Dini, Prodi I,
D’Alema I, D’Alema II e Amato II) avessero fatto, “poiché possedevano scienza e
conoscenza”, ciò che si sarebbe dovuto fare, a partire da
privatizzazioni intelligenti e vere liberalizzazioni, l’Italia avrebbe
affrontato il secondo decennio in condizioni migliori. Non l’hanno fatto e
hanno consegnato a Berlusconi la guida di una
nave piena di falle. Cosi’ ha tenuto la nave a galla finche’ ha
potuto. Demonizzare oltre misura il
suo governo ed enfatizzare le sue
responsabilità e’ menzognero. Le vere
responsabilità sono parecchio a monte.
Lo dimostra il fatto che ne’ i governi Monti, Letta hanno continuato e Renzi
continua nel galleggiamento. Se le risorse sono scarse, lo sono ancora di
più le idee e i progetti. Questo è il vero dramma.
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