L’emendamento Lupi, nella nuova legge elettorale,
finalmente mette fine alla “ridicola farsa” delle elezione dei
18 parlamentari (12 deputati e 6 senatori) che venivano eletti scegliendoli esclusivamente
tra i “mammasantissima” residenti all’estero.
I 18 “magnifici” hanno “brillato”
per non essere riusciti ad ottenere neppure “un solo” provvedimento a favore della comunità italiana nel mondo.
Non sono neppure riusciti ad “impedire”
o mitigare i tagli finanziari adottati dal governo, ovviamente esclusi quelli
che era giusto tagliare per essere delle vere e proprie “truffe” tollerate dai governi di sinistra. Non bisogna continuare
a fare gli “struzzi” e non vedere che
nelle precedenti elezioni estere ha votato soltanto circa il 39% degli aventi
diritto. E’ anche accaduto che una parte consistente di questa percentuale e’
stata “pilotata” da certi “organismi” politicizzati della sinistra
e che numerosi sono stati i “brogli”,
bipartisan, che hanno reso “ridicola”
ed “illegale” la votazione.
I“mammasantissima”, “annusato” l’odore delle imminenti
elezioni 2018, si erano messi in movimento, alcuni lo erano gia’ da qualche
mese. Adesso che i candidati verranno scelti direttamente dalle segreterie dei partiti,
i “mammamiasantissima” dovranno dare
addio ai loro sogni di gloria e ai loro castelli in aria perche’ verranno tagliati
fuori. Per noi italiani all’estero non cambiera’ nulla. Niente hanno fatto per 12
anni i 18 “magnifici” che risiedevano
all’estero e di sicuro niente faranno per noi chi risiede in
Italia e verra’ candidato ed eletto in una delle quattro circoscrizione estere.
La legge Tremaglia, n.459 del
2001, suscitò grande “speranza” negli
italiani nel mondo, ma alla luce dei fatti e’ stata una cocente “delusione”. Questo perche’, contro ogni
logica, la legge non ha tenuto conto del fatto che il compito del Parlamento
italiano e’ quello di fare leggi a favore dell’“interesse generale nazionale”.
Di conseguenza, i parlamentari eletti nelle quattro circoscrizioni estere “non rappresentano” chi li ha votati in
quanto soggetti, esclusivamente, all’”interesse
generale” del Paese. Cosi’ com’era la legge del voto degli italiani nel
mondo era una “barzelletta”. E’ stata una “commedia”
costosa di cui hanno “beneficiato”
(lautamente) soltanto “diciotto”
persone, quelle che hanno vinto la “lotteria”
delle votazioni. Lo si può affermare senza essere smentiti. Le intenzioni del “buon” Tremaglia andavano oltre al solo diritto di voto, voleva
anche che la sua legge permettesse l’applicazione dell’art.35 della
Costituzione: “La Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni.
Cura la formazione e l'elevazione professionale dei lavoratori. Promuove e
favorisce gli accordi e le organizzazioni internazionali intesi ad affermare e
regolare i diritti del lavoro. Riconosce la libertà di emigrazione, salvo gli
obblighi stabiliti dalla legge nell'interesse generale, e tutela il lavoro
italiano all'estero”. Chi delle vecchie generazioni (ma anche quelle
nuove) di emigranti hanno visto applicato questo articolo della Costituzione?
Lo Stato italiano avrebbe dovuto “curare”
la formazione e l’elevazione professionale dei lavoratori all’estero, “promuovendo” e “favorendo” gli accordi con le organizzazioni internazionali per “salvaguardare” i diritti dei
lavoratori italiani. Non e’ mai accaduto niente di tutto questo. Tutti sappiamo
invece come sono andate le cose. La “tutela”
del lavoratore all’estero e’ stata lasciata esclusivamente nelle mani dei “patronati” che altro non sono le “filiali” dei maggiori sindacati
italiani. Non e’ mai capitato che un “patronato”
abbia “tutelato” il lavoratore
italiano all’estero. Anche oggi la situazione non e’ cambiata affatto, il
lavoratore italiano all’estero trova ancora difficoltà ad individuare quegli
enti italiani che dovrebbero “tutelarlo”
nel lavoro. Gli eletti all’estero, per giustificare la loro presenza in
Parlamento, “almeno” avrebbero dovuto
impegnarsi per l’applicazione dell’art. 35 della Costituzione per il fatto che,
la “tutela” dei lavoratori italiani
all’estero, e’ senz’altro “interesse nazionale”. Purtroppo
gli italiani nel mondo continuano ad essere “figli
di un Dio minore” abbandonati da tutti e, prima di tutto, dai 18 che gli
hanno “carpito” il voto per farsi esclusivamente i “casi
propri”. Sappiamo dei loro “lauti”
stipendi con annessi benefici e della loro “immeritata”
pensione, ma e’ un “mistero” come abbiano trascorso il loro tempo in questi ultimi “dodici anni”. Ogni parlamentare costa
al contribuente piu’ di 200mila euro all’anno: totale costo annuo dei 18: tre milioni
e 600mila, conseguentemente, 43.200.000 di euro per dodici anni. Con quali
risultati? ZERO. Solo
interrogazioni, proposte e “chiacchiericcio”
e viaggiare in giro per il mondo in “missione”.
Piu’ che essere dei “missionari” i 18
da dodici anni sono dei “vacanzieri” e, per giunta,
retribuiti "esageratamente".
Eppure per farsi eleggere ne hanno raccontate di “balle” e fatte di
promesse, come la riacquisizione della cittadinanza italiana. Sapevano
benissimo che nessun governo avrebbe mai approvato una legge a tale scopo. E
l’eliminazione degli “indebiti” pensionistici? Un’altra
vergognosa “presa per i fondelli” dei
pensionati. E’ la prova provata che gli eletti all’estero, tranne a se stessi,
non sono serviti ne’ per fare l’”interesse nazionale”, ne’, tanto
meno, quello degli italiani all’estero. Hanno fallito nel loro compito anche i
COMITES (Comitati italiani all’estero, 136 in tutto il mondo) ed il CGIE
(Comitato generale italiani all’estero). Dopo ben vent’anni di attività (si fa
per dire), questi “organismi”,
sconosciuti al 99% degli italiani, ma che si “spacciano” per “rappresentativi” della comunità italiana
all’estero, hanno “abbondantemente” dimostrato
di non essere stati all’altezza di assolvere al mandato per cui furono
istituiti. In piu’ hanno “sperperato”
quasi 100 milioni di euro principalmente per far girare il mondo ai propri
componenti “confortevolmente”
alloggiandoli negli alberghi piu’ esclusivi, incassando anche una “diaria”. L’Italia, nonostante tutto, e’
ancora tra i Paesi piu’ industrializzati nel mondo, ed ha “necessariamente” necessità di far affidamento su una “qualificata
rappresentanza” all’estero per mantenere, efficientemente, i contatti
con la grande comunità italiana nel mondo, molto bene inserita in tutti i Paesi
in cui si e’ stabilita. E’ consapevolezza generale che la comunità italiana nel
mondo rappresenta una “grande opportunita’” per l’Italia.
Per l’”interesse nazionale” e’ assolutamente necessario costruire,
finalmente, quel famoso “ponte”, di cui si parla da lungo
tempo, per stimolare maggiormente l’esportazione dei prodotti italiani,
favorire le joint venture e promuovere il turismo. Se, da fatti reali, i
parlamentari eletti all’estero, i COMITES ed il CGIE sono stati dei “fallimenti”,
cosa dovrebbe fare lo Stato perche’ il “ponte” venga costruito per favorire
il progresso italiano in Italia e all’estero per l’”interesse nazionale”? I
18 parlamentari per le quattro circoscrizioni estere dovrebbero essere
selezionati con un nuovo criterio: esclusivamente per i loro requisiti che
garantiscano “alta professionalità” per avere maturato una profonda
conoscenza politica/sociale/amministrativa. Ci auguriamo che l’emendamento Lupi
rappresenti una svolta epocale e sia l’inizio della costruzione del “ponte”. L’“unico” obbiettivo sarà quello di favorire l’“interesse nazionale” che
comprende, ovviamente, anche quello di noi italiani nel mondo.
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