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venerdì 13 febbraio 2009

Le quattro circoscrizioni estere non sono servite per tutelare meglio gli italiani nel mondo.

Mirko Tremaglia, il “padre” degli emigranti italiani, ha impiegato circa quarant’anni per far approvare, nel 2001, la legge 459 per permettere a noi italiani nel mondo di votare, senza l’obbligo di ritornare in Italia. Sarebbe stato piu’ che sufficiente esercitare per corrispondenza (come avviene in tanti altri Paesi) il diritto di voto, ma Tremaglia ha voluto “strafare”. Ha fatto modificare la Costituzione per istituire quattro circoscrizioni estere, voleva consentirci di eleggere i nostri diretti rappresentanti. L’idea delle circoscrizioni estere era apparsa subito a molti un po’ “peregrina”, anche se “teoricamente” sembrava giusta. Con l’impatto della realtà, questa soluzione si e’ poi dimostrata una vera “utopia” e per giunta “costosissima”. Sapete quanto “ci” costano ogni anno i 6 senatori e i 12 deputati eletti all’estero? Ben “30 milioni e 300 mila euro”: quasi i soldi che il governo ha “tagliato” nel 2009 a noi italiani nel mondo. I conti l’hanno fatti al centesimo Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, quelli del famoso libro “La Casta”, e li hanno confrontati con i costi dei parlamentari spagnoli: la Spagna spende circa 8 volte meno. All’Italia ogni senatore costa 1 milione e 775 mila euro (alla Spagna 229 mila). Per ogni deputato, l’Italia “sgancia” 1 milione e 630 mila euro (solo 281 mila euro la Spagna). Nel costo e’ tutto incluso: dagli affitti dei “palazzi” del potere ai loro costi di manutenzione e gestione; dallo stipendio dei commessi a quello dei barbieri (anche 230 mila euro all’anno ognuno); dal costo della gestione della “mensa” ai costi delle varie segreterie; dalle spese di rappresentanza e, ovviamente, agli stipendi dei parlamentari. Il buon Tremaglia era convinto che noi italiani nel mondo saremmo stati piu’ tutelati, una volta che avevamo in Parlamento i nostri 18 diretti rappresentanti. Come si sa, tutte le strade dell’inferno sono lastricate da buone intenzioni. Dopo circa tre anni, quello che hanno saputo far benissimo i nostri 18 rappresentanti, sono stati i “casi” loro, sistemandosi economicamente benissimo “vita natura durante”. Pensate, persino viene pagato per intero lo stipendio ad un senatore del Pdl, l’avvocato Nicola Paolo Di Girolamo, agli arresti domiciliari per avere dichiarato il “FALSO”. Sarebbe finito in “galera” se la “casta”, a cui appartiene, non l’avesse salvato. Ci sarebbero altre storie, non molto edificanti, che riguardano altri “bipartisan” eletti all’estero. Per ragioni di spazio non posso riportarle su questo giornale. Alcune sono già nel mio Blog (www.itamondo.blogspot.com) altre le pubblicherò a breve. “A mo’ voglio vede’ come va a finì!” mi sono detto, tra me e me (in dialetto marchigiano) dopo aver letto il messaggio: “Grazie, italiani d’Australia!” dei due “riconfermati” parlamentari della IV circoscrizione estera, pubblicato il 18 aprile 2008 su un’intera pagina dei giornali Il Globo e La fiamma. Ho ritagliato la pagina e l’ho appesa in bella vista. Ogni tanto la rileggo e mi “vien” da ridere. Certo che alle elezioni di aprile 2008 se l’erano vista brutta Nino Randazzo e Marco Fedi! Per loro erano quasi nulle le possibilità di una riconferma. Poi, quando si dice la fortuna! Tra i rappresentanti del centrodestra in Australia scoppiò una guerra senza quartiere che fece perdere migliaia di voti ai candidati del Pdl, e così, Randazzo e Fedi rimontarono a cavallo. Anche nel 2006 il centrodestra gli aveva fatto la “grazia”, stupidamente si presentò alle elezioni con quattro liste anziché una, che gli avrebbe permesso di vincere i due seggi. Nel 2006 ci fu anche un altro fattore che favori l’elezione dei due candidati dell’Unione. Astutamente, Randazzo e Fedi, il 17 febbraio 2006 stipularono un “Contratto Politico - Nota d’Intesa”, con il cosiddetto Network del Laburisti italiani d’Australia. Il Network laburista revocò le sue liste (erano pronte per essere presentate) e decise di sostenere il candidato dei DS (Fedi) e della Margherita (Randazzo), dietro precisi e dettagliati impegni scritti dei due candidati dell’Unione se fossero stati eletti. Arrivati in Parlamento i due non “onorarono” le promesse, ed e’ per questo che nel 2008 i Laburisti italiani d’Australia presentarono le proprie liste ma, ancora una volta, il centrodestra fece la “grazia” a Randazzo e Fedi. Nel loro messaggio di “ringraziamento” agli australiani, i due “miracolosamente” riconfermati, si sono assunti alcuni impegni che, anche questa volta, regolarmente non stanno “onorando”. Ma questo e’ un vizio di tutti i parlamentari, non esclusivo dei nostri due rappresentanti (si fa per dire). Per farsi eleggere si promette di tutto e di piu’, una volta “acchiappata” la poltrona: tanti saluti e baci, hanno ben altro da pensare! Al momento sono preoccupatissimi per la loro sorte alla fine di questa legislatura. La riforma del Parlamento prevede una forte diminuzione dei parlamentari nei due rami del Parlamento. E’ quasi certo che scompariranno i 18 parlamentari esteri e così, i poverini disperati, sono alla ricerca di nuovi sbocchi per continuare a far parte della “casta”. Guglielmo Picchi (deputato del Pdl), sta tentando di farsi eleggere Sindaco di Firenze. Il senatore Juan Esteban Caselli (Pdl) giura che Papa Giovanni Paolo II da tempo gli appare in un sogno ricorrente che lo invita a candidarsi a Presidente dell’Argentina. Mamma mia! Marco Fedi (Pd), allo scopo di mettersi in vista per concorrere ad un posto di parlamentare (probabilmente) in un seggio di Ascoli Piceno, continuamente pubblica notizie e notiziole su ogni argomento (non attinenti ai problemi di noi italiani nel mondo) usando sciocche ed inconsistenti argomentazioni, avversando solo e soltanto il governo che sta facendo il meglio possibile, mentre il “suo” PD e’ in piena confusione e vicino allo scioglimento. Nino Randazzo e’ scomparso: svanito nel nulla! Sicuramente e’ ormai appagato e, considerata la sua età, sicuramente non ha nessuna intenzione di continuare l’avventura parlamentare al termine di questa legislatura. Perché mai allora dovrebbe darsi da fare? Tutto al piu’ si “accoda” a qualche commissione che va in “missione” in giro per il mondo. Qualche gita di piacere, a spese del contribuente per visitare nuovi Paesi, e’ sempre ben gradita. Lo fanno tutti, guarda Marco Zacchera che e’ sempre in viaggio! Ma poi perché i parlamentari esteri dovrebbero “affannarsi” per risolvere i problemi di noi italiani nel mondo? Basta attendere alcuni anni e tutti “immancabilmente” si risolveranno. Giornalmente i “necrologi” ci informano che stanno rapidamente ritornando alla casa del Padre chi da tempo attendeva la riacquisizione della cittadinanza. I figli ed i nipoti, se ancora non l’hanno, non sono minimamente interessati ad ottenerla. Gli unici ad avere un certo interesse alla cittadinanza italiana sono alcuni oriundi del Sud America. Ambiscono al passaporto italiano esclusivamente per emigrare in Europa, non certo in Italia. Per il sempre piu’ rapido ritorno alla casa del Padre anche dei pensionati, tra poco anche gli indebiti INPS saranno definitivamente sistemati. Quindi gli eletti all’estero non si preoccupino, continuino tranquillamente a stare in vacanza per i prossimi quattro anni, sarà il tempo, non loro, a curare e a sistemare tutti i problemi di noi italiani nel mondo.

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