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martedì 7 luglio 2009

L'arringa finale

Martedì 07 Luglio 2009


Scritto da Perla


Il capo del governo mostra alla luce del sole, e ora anche impietosamente all'opinione pubblica internazionale, la sua vulnerabilità e l'abisso su cui pencola il suo destino politico.”Sono parole di Giuseppe D’Avanzo, l’ultimo grande inquisitore che, fallita la resistenza degli insorgenti delle procure dipietriste-boccassiniane, ha messo alla sbarra Silvio Berlusconi nello sconfinato macabro tribunale dal quale nessun accusato al mondo potrà mai più difendersi, quello dei new media. L’espressione “l’abisso su cui pencola il suo destino politico”, con quel “pencola”, tragicamente disvela i retropensieri dell’autore e gli auspici che intimamente, ma non poi tanto, nutre verso il suo terribile nemico; oltre che la morte politica del premier, il nuovo Torquemada non riesce più a trattenere la ossesionante voglia di cappio da cui veder pendere il cadavere dell’imputato, magari a testa in giù, come succedeva ai bei tempi andati per mano dei Compagni di D’Avanzo.Oggi, nel suo editoriale, il giornalista abbandona ogni residuo freno inibitorio per dare alla sua requisitoria la carica demolitrice verso il mostro che vede già agonizzante ma non ancora finito. E’ urgente dare l’ultimo strattone alla corda su cui pencola il criminale di Arcore, affiché le sue spoglie vengano esibite sotto i riflettori mondiali nei giorni di massima concentrazione mediatica sul G8 nel capoluogo abruzzese.Dopo mesi di attacchi al presidente del consiglio, che però non avevano sortito l’effetto desiderato, cioè la pluri sconfitta elettorale del centrodestra, finalmente stanno piovendo i risultati nefasti contro il leader del governo. Il successo che non era scaturito dalle urne eccolo ora venire dalle piazze e dagli scontri che i picchiatori-spaccavetrine in sonno hanno ripreso grazie alla istigazione dei mandanti, irresponsabilmente impegnati in una campagna di stampa senza precedenti nella storia.Tanto tuonò che piovve, verrebbe da dire e il mostro sbattuto in prima pagina, sottoposto a una gogna inarginabile, rimbalzando di giornale in giornale, di social network in social network, di social forum in social forum, tra lo scherno, il sarcasmo, la condanna pregiudiziale, l’odio messo in circolazione con la leggerezza dilagante del click ad effetto, ha raggiunto e risvegliato i neri campioni della guerriglia urbana, che difficilmente la deroga al trattato di Schengen potrà arrestare.Giuseppe D’Avanzo e tutti coloro (colleghi e blogger) che lo hanno inseguito in questa pericolosa campagna diffamatrice internazionale stanno raccogliendo orgogliosamente i frutti avvelenati del loro indefesso impegno. Per gli autori significa gratificazione e appagamento personale ma per il paese saranno ancora devastazioni, crisi politica e congiuntura economica senza ritorno.La decisione di spostare il G8 a L’Aquila per dare ai cittadini abruzzesi la certezza che anche gli altri capi di stato, constatati gli effetti distruttivi del terremoto, avrebbero pianificato insieme gli aiuti alla ricostruzione, fu un’idea che alla luce del clima attuale ammorbato da inchieste da trivio, si sta rivelando pericolosa e non tanto per lo sciame sismico quanto per lo sciame di violenti in armi che si preparano alla guerriglia.Nel 2001 l’odio contro Berlusconi lo pagarono a caro prezzo i genovesi, oggi sembra di rivivere i giorni della vigilia di quel G8 e prendiamo pure atto che la storia non è stata per nulla maestra.

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