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mercoledì 8 luglio 2009

Santa Carla Bruni (secondo La Repubblica).

Mercoledì 08 Luglio 2009

Scritto da Fabio Raja

martedì 07 luglio 2009

L’ineffabile, e a questo punto “incredibile”, Repubblica, ci informa, compiaciuta, sulle decisioni di Madame Sarkò, riguardo alla sua partecipazione al G8 Aquilano.
Tramontato il disegno di un boicottaggio rosa, promosso senza successo da Margherita Hack in risposta a quel porco di Berlusconi, la First Lady francese decide di distinguersi dalla massa delle altre prime “signore” e, come ci fa sapere il quotidiano di Largo Fochetti, “sempre molto legata alle sue radici italiane - snobba Roma e sceglie L'Aquila. Dice no, grazie, al programma previsto nella capitale per le signore del G8 perché, spiega, preferisce stare nelle tendopoli, fra le macerie, in mezzo alla gente che soffre”.
E’ noto che Carlà, fulgido esempio di candore, compostezza e castità, novella Santa Maria Goretti, non può stringere la mano a quel puttaniere di Silvio (che l’impunito potrebbe essere tentato d’invitarla per una sera a Palazzo Grazioli e lei tentata d’accettare), è molto legata alle sue radici italiane, tanto da averle recentemente rinnegate, ed è universalmente conosciuta per aver dedicato la propria esistenza a reietti e sofferenti.
Per questi motivi non può godere dei lussi e dei privilegi Romani, dei quali NON beneficia all’Eliseo o durante i viaggi pagati da miliardari amici disinteressati del maritino.
Repubblica, con involontaria comicità, prosegue “niente Vaticano né Quirinale. E, venerdì mattina, un programma fitto fitto: visita in qualche tendopoli, una puntata in quel che resta del centro della città e in particolare all'ospedale San Salvatore, quindi trasferimento alla chiesa di Santa Maria del Suffragio (la chiesa delle Anime Sante per gli aquilani)”.
Ma sentiteli, programma “fitto fitto”, Chiese, Ospedali, una puntatina tra i calcinacci, insomma una virtù tale da far concorrenza a Madre Teresa, una sollecitudine verso i poveri da declassare l’Abbè Pierre al livello d’un bieco profittatore.
Ma a Largo Fochetti la sanno lunga: “All'Eliseo, lo staff di Carla Bruni Sarkozy non cade nel tranello delle domande sui motivi della scelta della moglie del presidente, è donna apertamente di sinistra. Tanto da aver colorato di gauche un Eliseo di destra, favorendo le aperture del marito nella scelta dei ministri al governo. Con il l'esecutivo italiano, si ricorda in particolare la sua presa di posizione netta sui reduci degli anni di piombo rifugiati in Francia, in testa l'ex brigatista e sua amica Marina Petrella”.
Ho capito bene ? REDUCI? Per Repubblica i brigatisti rossi, assassini feroci e vigliacchi, che dopo aver ammazzato a destra e manca si sono sottratti alle loro responsabilità cercando protezione sotto le gonnelle della dottrina Mitterand, sono “reduci” come i Ragazzi del 99 e “rifugiati”, come i fratelli Rosselli.
E la Brigatista Petrella una cara amica.
Sempre il quotidiano diretto, si fa per dire, da Ezio Mauro, sottolinea come Carlà “Vuole" stare fra le persone colpite dalla tragedia, sincerarsi delle loro condizioni, del loro stato di salute psicologico" dicono all'Eliseo, ricordando che la Bruni è da sempre impegnata in cause sociali e in questo caso si sente più coinvolta del solito”.
Scusate il linguaggio, amici, ma in vita mia non avevo mai sentito una serie così lunga di “stronzate” condensate in un solo articolo.
A questo punto ho una grande speranza: che girando tra le tende, mentre si sincera dello stato psicologico dei terremotati, qualcuno di loro, psicologicamente alterato, preso da un improvviso e ingiustificato raptus, indirizzi a madame, un edoardiano pernacchio, o meglio ancora, qualche vigoroso calcio nel fondoschiena.

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