Calma e gesso. E’ vero che al centrodestra non e’ andata come sperava e che Berlusconi ha dimezzato le preferenze a Milano (il suo estremismo e’ sembrato esagerato e poco credibile), ma i conti finali si faranno tra dieci giorni dopo i ballottaggi. A quel punto si potrà comparare la situazione di come era prima delle elezioni con quella che sarà dopo i ballottaggi. Quindi e’ bene attendere prima di cantare vittoria o “abbacchiarsi” per non aver “stravinto” come sperava il centrodestra. Una cosa e’ certa, il Fli ha fatto “flop”: non esiste proprio, eppure giuravano di avere il 18% degli elettori, il “terzo polo”, invece, anche se ha ottenuto una scarsa percentuale di voti, potrebbe fare la differenza nei ballottaggi. Esaminando “scientificamente” il voto, i risultati “sostanzialmente” confermano quelli delle ultime elezioni politiche e delle regionali di cinque anni fa. E’ evidente che alla Moratti sono mancati, soprattutto, i voti dei moderati che si sono astenuti, dell’Udc di Casini e del Fli di Fini che nel 2006 l’avevano votata. Bisogna anche considerare che in Europa (ma anche negli USA) tutti i governi perdono alle elezioni di medio termine. Ad esempio la Merkel, pur con il Pil (Prodotto Interno Lordo) della Germania al 5%, ha perso di brutto mentre Berlusconi “tiene” nonostante i processi, i tradimenti, le accuse “triviali”, il martellamento degli ultimi due anni, attacchi di tutti i tipi, il 90% dei giornali contro, con quasi tutte le tv (comprese le sue) che lo insultano continuamente, se fosse riuscito a fare il “miracolo” di vincere sarebbe stato un “mostro”. E’ già tanto che si sia andati al ballottaggio. Non e’ un caso che proprio il nord, in testa Milano, a dare un segnale forte di “allerta”. Eppure il governo Berlusconi ha avuto il merito di mantenere i conti in ordine, contenendo la spesa pubblica in un tempo in cui lo sviluppo economico e’ bloccato dalla crisi economica globale e dalla competizione con il sud-est asiatico. Quello che si avverte da queste elezioni e’ una chiara reazione alla difficoltà che l’economia italiana sta vivendo. Il governo italiano ha portato avanti scelte coraggiose, non ha aumentato la spesa pubblica, ha protetto il sistema economico/finanziario e ha consolidato i conti pubblici. Non bisogna poi dimenticare che il fardello del debito pubblico ereditato grava sugli italiani dalla loro nascita ed impedisce scelte politiche spettacolari condizionando il governo a decisioni migliori. Con Pisapia (che non e’ espressione del Pd ma di Sinistra Ecologia e Libertà di Vendola) si sono schierati tutti: i poteri forti, l’orgogliosa “sessantottina” ricchissima Milly Moratti & Famiglia, i finanzieri, i giornali, gli intellettuali, perfino la chiesa, la magistratura al completo ed anche comici, cantanti, attori, saltimbanchi, nani e ballerine. Se Pisapia diventerà Sindaco di Milano potrà governare sì e no due anni, ci penseranno le beghe interne a far saltare la nuova coalizione, che altro non e’ una “ammucchiata” che non potrà andare molto lontano. Ci sarà da ridere. Ricordate Prodi? Anche lui vinse imbarcando tutti, ma poi quando ognuno dell’armata “Brancaleone” cominciò a batter cassa…andarono tutti a casa! Due fatti sono pero’ evidenti in questa prima tornata. Tutti gli “apparati” della sinistra, dopo 21 anni dal fallimento del comunismo, sono ancora forti anche se pieni di personalità “mediocri” formatesi durante il famigerato “sessantotto”, ha vinto la sinistra estrema antagonista e non quella moderata. Il secondo fatto, molto importante, e’ che la “formula” di Berlusconi non convince piu’, qualcosa deve essere cambiato e messo a punto. L’elettorato di centrodestra ha rigettato i suoi attacchi contro le istituzioni e ha dimostrato che non e’ vero che lo segue sempre e comunque. Questa “tiratina” d’orecchi gli gioverà molto. Sarebbe stato meglio che avesse parlato dei risultati raggiunti dalla Moratti a Milano e di quelli del suo governo in tutta la nazione. Lasciamo che, per ancora alcuni giorni, i media della sinistra esultino e cantino vittoria per i risultati nelle grandi città e tacciono sugli esiti delle elezioni provinciali dove le cose vanno meglio al centrodestra come e’ accaduto complessivamente nei comuni medi e piccoli. Questa e’ l’informazione “libera” che c’e’ in Italia che riporta soltanto quello che gli fa piu’ comodo, ma mai la verità. Lasciamo che si “trastullino” per ancora un poco in ipotesi fantasiose e di corbellerie varie, dieci giorni, in fondo, non sono poi molti. Ci “assorderanno” col dire che Berlusconi ormai e’ finito, deve dimettersi, gelo tra Bossi e Berlusconi e chi piu’ ne ha piu’ ne metta. Ripartiranno con le solite cantilene ascoltate da molto tempo. Il 30 maggio si accorgeranno che per loro e’ stato soltanto “un sogno di una notte di mezza estate”. Quello che comunque non sfugge a nessuno e’ lo “squagliamento” del Pd guidato (per non molto ancora) da Bersani. L’origine del problema sta nel fatto che avevano sperato che la maggioranza di governo arrivasse al “collasso” senza che loro facessero nulla, senza alcuna loro proposta alternativa a quello che stava facendo il governo. Invece, nonostante i mille “tranelli”, Berlusconi ha dimostrato una vitalità ed un’intelligenza politica straordinaria riuscendo, giorno dopo giorno, a trasformare le disfatte “annunciate” in eccezionali vittorie. Svanite come bolle di sapone le “saccenti” previsioni dei “becchini” di professione quali sono i politologi di “chiara fama” ed gli editorialisti “terroristi”. Il momentaneo ridimensionamento della maggioranza, dovuta all’uscita del Fli di Fini & Bocchino, aveva illuso il Pd che, invece di fare politica, ha puntato tutto sul giustizialismo organizzando manifestazioni di piazza quasi giornaliere, salendo sui tetti (vedi Bersani), mettendo in scena lo show del Palsharp di Milano con tutti i “notabili” a far gara a chi la sparava piu’ grossa e, persino, “plagiando” un quindicenne ad imitarli. Tutto questo pero’ ha avuto soltanto un risultato: far emergere il malcontento dei militanti di sinistra nei confronti del Pd. A parte i risultati di Torino e Bologna che erano ampiamente scontati, se esaminiamo quello che e’ accaduto a Milano e Napoli, e’ evidente che il Pd e’ stato messo all’angolo dagli estremisti di sinistra e dall’Italia dei Valori. A Napoli De Magistris ha strabattuto il candidato del Pd, a Milano una parte del Pd ha sostenuto la candidatura del ventenne del “Movimento a cinque stelle” di Beppe Grillo. Questo significa che la candidatura di Pisapia non e’ stata ancora digerita da quando, appena vinte le primarie, l’intero gruppo dirigente milanese del Pd, da Filippo Penati in poi, diede le dimissioni. Certamente a Massimo D’Alema avrebbe fatto piacere una sconfitta di Pisapia visto che e’ un “pupillo” del suo acerrimo nemico Niki Vendola. Bersani parla di successo inaspettato della sinistra in questa prima tornata elettorale, ed ha ragione, ma commette un grave errore quando attribuisce i meriti al Partito democratico che non ne ha nessuno. Con la sua politica evanescente, il Pd ha generato movimenti antipolitici come quello a “cinque stelle”, altre formazioni antagoniste e radicali, come l’Idv di Di Pietro e il Sel di Vendola che hanno raggiunto ottimi risultati nelle città storicamente rosse. In realtà il voto antagonista e radicale rappresenta una contestazione interna al Pd, infatti, non e’ un caso se i candidati a sindaco di Napoli e Milano non appartengono al Partito Democratico. Il Pd, quindi, non può essere alternativa politica al Pdl. La vera alternativa a Silvio Berlusconi e’ come sempre, ancora una volta, la sinistra antagonista, antioccidentale e conservatrice, che ha come ricetta economica l’espansione della spesa pubblica finanziata dall’aumento delle tasse. Pisapia, per ringraziare i suoi elettori, ha scritto sui suoi manifesti “Grazie Milano, ora si cambia davvero”. I suoi programmi “coraggiosi” che porteranno il “cambiamento” sono: l'islamizzazione di Milano con la costruzione di moschee in ogni dove, l'introduzione delle “stanze del buco” (droga di stato per i drogati) e dare case ai rom. I milanesi sono interessati a questi cambiamenti? Vogliono un sindaco amico dei centri sociali antagonisti che farà entrare al comune? E’ inutile, comunque, nascondersi dietro un dito e cercare di arrampicarsi sugli specchi sostenendo che il ballottaggio tra Moratti e Pisapia sarà una passeggiata. E’ vero il contrario: sarà una battaglia durissima, che richiederà un cambio di marcia e di strategia. Ma il centrodestra può farcela, perche’, come ha più volte dimostrato, ha la capacità di “resuscitare” all’improvviso soprattutto nelle situazioni di crisi, soprattutto quando l'opposizione festeggia e chiama anzitempo i “becchini” per celebrargli il funerale. I soliti noti sono sicuri che il “berlusconismo” e’ in fase calante o addirittura conclusiva, ma e’ soltanto un loro pio desiderio. In ogni caso sappiano che il “berlusconismo”, cioè governare per fare, sopravvivrà a Berlusconi.
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