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venerdì 26 agosto 2011

Come poteva il governo italiano nascondere la gravita' della crisi se era conosciuta da tutti?

Una delle cose piu’ “misteriose” è il gioco di “borsa” che alla fine coinvolge tutti, anche quelli che ne sono del tutto estranei. Il mercato della finanza è un mercato “virtuale” che ha poco a che fare con l’economia “reale” di merci e servizi scambiati con denaro “vero”. L’economia “reale” è diventata una percentuale irrilevante rispetto a quella “virtuale” dove si scambiano “promesse” di denaro o di titoli “che non si possiedono”, o “scommesse” su guadagni e perdite di titoli “che non si possiedono”. Industrie come ENI, Saipem, FIAT, ecc. vedono variare il valore delle loro azioni (shares) sul mercato finanziario per miliardi di Euro da un giorno all’altro, mentre nulla cambia nella loro “consistenza e capacità industriale” e nel loro patrimonio di impianti e future attività. La “manipolazione” dell’informazione, tramite i media, “tante parole e nessun capitale investito”, determina il valore “virtuale” delle shares delle ditte quotate in “borsa”. E’ una “stupidata” quando i giornali pubblicano titoli tipo “Milano brucia tot miliardi”. Non si capisce come possano essere bruciati miliardi che “non sono mai esistiti”. Non si capisce come possano essere bruciati se “non sono mai stati guadagnati”. Né si capisce come mai analoghi titoli non compaiono quando la borsa “sale”: mai visto il titolo “Milano guadagna tot miliardi”. Chi guadagna sui mercati finanziari sono solo ed esclusivamente i grossi istituti finanziari, i mega miliardari o i fondi di pensionati americani che possono muovere “centinaia di miliardi di dollari”. Vendono e comprano, facendo salire o scendere “con il loro stesso intervento”, i valori dei titoli o delle valute di acquisto o vendita e poi guadagnando cifre “colossali” sulle differenze “artatamente” provocate. I piccoli investitori perdono “sistematicamente” sempre, eccetto quei rarissimi che “accidentalmente”, e per pura fortuna, si trovano sulla scia dei grandi speculatori. Ci sono due momenti nei quali il mercato “virtuale” finanziario e’ “uguale” al mercato dei “soldi veri” e dei risparmi “veri”: quando si vendono titoli e azioni in cambio di soldi “veri” e quando si comprano azioni o titoli in cambio di soldi “veri”. Purtroppo, tutto il sistema finanziario “globale” è stato contaminato dalla finanza Americana, in un modo che molti esperti considerano “criminale”. L’America ha venduto “sistematicamente” nel mondo titoli “tossici”, in cambio di “soldi veri”. Hanno concesso crediti ipotecari a milioni di persone che non avrebbero mai potuto ripagare il prestito. Ai crediti ipotecari “fasulli” si sono poi aggiunti altri prodotti finanziari “spazzatura”. Le banche americane, scoperto di essere nei guai, hanno pensato bene di vendere i “derivati” a tutte le banche e ad alcuni Stati nel mondo con la “connivenza” delle banche. Lo Stato Italiano (e non solo lui) per sostenere la sua spesa corrente, e per pagare gli interessi sul debito pubblico accumulato, da cinquanta anni e forse più, e’ nella situazione di dover “vendere promesse” (Obbligazioni e Buoni del Tesoro) in cambio di denaro, e se i mercati non credono alle “promesse” sono guai. Come l’aumentare l’interesse per remunerare il capitale che si prende in prestito e, quindi, si va ad aumentare il debito dello Stato. Pertanto è “indispensabile” aumentare la “credibilità” dell’economia “reale” nazionale per “garantire” che il debito sarà pagato alla scadenza. La strategia per affrontare una crisi finanziaria non è certamente quella di “allarmare” i mercati con “annunci” che alimentano il “pessimismo” e “scoraggiano” gli investitori aggravando la crisi. Ed e’ questo che ha fatto il governo Berlusconi senza nascondere la gravità della crisi. Come poteva? “Tutti conoscevano” l’entità del debito pubblico, presidenti della Repubblica, primi ministri e ministri, politici, giornalisti, esperti della finanza e delle banche: è un dato che si trova pubblicato su tutta la stampa da decine di anni, un dato “che non poteva certo essere nascosto”. Un dato chiaramente contenuto in tutti i bilanci che il Parlamento approva ogni anno da cinquanta anni a questa parte. Come poteva non conoscerlo la Banca d’Italia, la BCE (Banca centrale europea), la Banca Mondiale, l’IMF (International Monetary Fund), la Banca di Francia, quella della Germania o dell’Inghilterra? Quello che non si conosceva, e che non si conosce ancora oggi, è la dimensione del “disastro” finanziario procurato dalla finanza “criminale” USA perche’ le sue conseguenze sono tuttora in “evoluzione” e porterà ulteriori perdite nel futuro. In queste condizioni dire che il governo Italiano ha “nascosto” la gravità della crisi agli italiani è quantomeno“ingenuo”. Quello che preoccupa e’ che molti “politicanti”, (questa volta lo e’ stato anche Napolitano) sono pronti a sfruttare la paura, l’incertezza e l’ignoranza del pubblico, e per “semplificare” fanno esternazioni “demagogiche” ampliate da una stampa partigiana e “catastrofista” che predica da lungo tempo il tanto peggio, tanto meglio.

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