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martedì 26 giugno 2012

E' iniziata la terza guerra mondiale?

Probabilmente e’ vero che la crisi finanziaria di Wall Street del 2008 e’ assai peggiore di quella del 1929 e potrebbe essere l’inizio “soft” della terza guerra mondiale. Il finanziere George Soros, uno che viene ricordato come “colui che spezzò la schiena alla Banca d'Inghilterra nel 1992”, dichiara che Lloyd Blankfein, il capo della “Goldman Sachs”, non e’ soltanto un uomo “avido e poco illuminato”, ma il “male assoluto”, come il nazismo e il comunismo. Mario Monti per anni fu consulente della “Goldman Sachs”. Gli Stati Uniti, che sono il paese più indebitato al mondo in assoluto, se si guarda alla differenza tra importazioni e esportazioni, potrà uscire dalla situazione economica in cui si trovano senza innescare una guerra? Perché il Presidente Obama ha firmato il 31 dicembre del 2011 una legge per “punire” qualunque organizzazione faccia transazioni con la Banca Centrale dell'Iran per farsi pagare il petrolio in euro e altre valute, ma non in dollari? Ecco tutte queste sono le cause più profonde della crisi americana e di quella europea che stanno danneggiando gli interessi di paesi “emergenti” come la Cina e l'India e che potrebbero portare alla terza guerra mondiale. La crisi profonda che tutto l’Occidente sta vivendo comincia a somigliare sempre più a quello tra le due guerre, tra il 1919 e il 1939, resta da vedere se la soluzione avverrà per via di una guerra, come nei secoli passati, o per via di un nuovo trattato internazionale simile a quello firmato a Bretton Woods dalle potenze vincitrici nel 1944. Dobbiamo augurarci che si arrivi a una nuova Bretton Woods senza farci prima una guerra, che sarebbe la più “distruttiva” tra tutte quelle combattute in passato, una guerra che farebbe impallidire quelle del Novecento. Partendo dal fatto che i “media” tradizionali non sono mai stati una fonte di informazioni “neutrale”, e facile intuire che noi “semplici uomini della strada” sappiamo poco o niente di quanto si sta tramando alle nostre spalle. La tecnologia sta trasformando la guerra non piu’ con cannoni o bombe, ma attraverso Internet che, al contempo, potrebbe essere anche una grande opportunità affinché un “mutamento positivo vero” possa prendere l’avvio. Non bisogna neppure escludere a priori che la situazione attuale possa sfociare in un nuovo “Rinascimento” anziché in una guerra mondiale. E di Rinascimenti e Risorgimenti noi italiani siamo degli esperti. La globalizzazione ha diviso il pianeta in un infinito numero di “attori”. Dobbiamo, attraverso la tecnologia, trovare un punto d’incontro. Se nell’Ottocento e nel Novecento si e’ affermata la “diversità” di ogni Nazione, ora ci si deve concentrare su quello che ci unisce, non più su quello ci divide, e creare legami nuovi tra le comunità, con l’obiettivo di gestire insieme lo spazio collettivo. Dopo tutto il globo e’ un piccolo “villaggio”. Inutile definire confini tra Stati. Nella realtà questi confini non esistono più da tempo e sono irrilevanti. Ciò che e’ necessario e’ che gli “attori” si coordinino meglio gli uni con gli altri. Dal punto economico ci sono poche positive speranze per le prossime generazioni. Purtroppo e’ drammaticamente cosi’. Per sperare di trovare le migliori condizioni di vita per tutti, una nuova generazione politica mondiale dovrà “prendere coscienza” che la “ricchezza” non potranno piu’ essere accumulata indiscriminatamente da poche persone o da gruppi multinazionali. La ricchezza mondiale deve essere distribuita per il “tornaconto comune” ed e’ soltanto con “l’equità’” che il mondo potrà vivere meglio ed in pace. Un’altra cosa che noi cittadini del globo dovremmo capire in fretta e’ che dobbiamo produrre e consumare “modestamente” per utilizzare al meglio le nostre risorse che non sono infinite. Devono essere evitati gli sperperi e le iniquità del benessere “fasullo” fatto 90% di cose “superflue” che hanno prodotto, e producono, enormi “bisogni” di cui non abbiamo alcuna necessità. Sopra le teste di tutti noi, compresi i nostri bambini, e’ sospesa una spada di Damocle. Dobbiamo reagire finché ne avremo il tempo. I governanti dovranno prendere coscienza che il denaro deve essere speso per “migliorare” il mondo e non per “distruggerlo” ed e’ quello che potrebbe accadere se si continuerà sulla strada intrapresa. Non facciamoci illusioni.

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