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mercoledì 1 agosto 2012

E' un'emergenza sempre piu' grave l'abbandono dei vecchi.

Chi e’ “vecchio”, o meglio quando si diventa vecchi? La vita si sta allungando sempre di più e quindi la concezione di “vecchio” e’ molto cambiata nel corso degli ultimi anni. La nostra società ritiene utili le persone finché sono in grado di lavorare, “di produrre” e con l’aumento dell’età della pensione ormai i “vecchi” hanno un’età compresa tra gli 80 e 90 anni. Qualcuno potrebbe dire a cosa servono gli anziani? Ed allora i bambini, ma anche gli adolescenti che non producono ancora niente? Dopo la pensione gli anziani “servono alle famiglie” come sostegno, come appoggio e aiuto in caso di difficoltà economiche o comunque sono degli ottimi “babysitter”. Quando invece non sono più in grado di svolgere questi compiti “vengono relegati nelle case di riposo”. Questo sta accadendo sempre piu’ frequentemente negli ultimi anni. Le case di riposo quarant’anni fa non esistevano, o meglio, esistevano ma poche persone decidevano di “depositarvi” i propri genitori. A causa anche dell’emigrazione in Paesi stranieri delle nuove generazioni il ruolo degli anziani, come fonte di sapere, sta scomparendo in quanto le tradizioni locali (come per esempio i dialetti) si stanno perdendo. Non abbandoniamo i nostri “vecchietti” con le tradizioni incluse, perché prima o poi “saremo noi al loro posto”. Chi allora racconterà ai nostri discendenti non solo la nostra storia, ma anche quella dei nostri nonni? Purtroppo la cultura imperante e’ di lasciare in “totale abbandono i vecchi”. C’e’ differenza tra “vivere soli” e la “solitudine”. Chi e’ “single” continua ad avere relazioni con amici e conoscenti, qualcuno gli telefona o lo visita e viceversa. Mentre la “solitudine” e’ il completo “abbandono” che porta l’anziano ad essere come “una barca che va alla deriva”, a lasciarsi andare, ad ammalarsi sempre piu’ gravemente sino alla morte. La “solitudine uccide” ed e’ un fattore di alto rischio che va a sommarsi alle varie malattie. Questo problema di “politica sociosanitaria” diventerà sempre piu’ grave e peggiore nel futuro perche’ le famiglie si vanno “frantumando” giorno dopo giorno. Per ora esiste ancora una consistente percentuale di famiglie che si prendono cura dei vecchi e questo e’ “un grande ammortizzatore sociale” che in futuro verrà sempre meno. Giustamente oggi ci preoccupiamo dei nostri figli e nipoti e facciamo di tutto per aiutarli a superare gli inevitabili ostacoli che incontrano nella vita, eppure, se pensassimo per un attimo, rimarremmo “atterriti” nel scoprire che il loro destino sarà “crudele” perche’ finiranno i loro giorni “abbandonati in solitudine” in una casa di riposo, infatti, quando saranno vecchi non ci sarà piu’ nessuno che si prenderà cura di loro. Cosa fare? Bisognerebbe che la famiglia ritorni ad essere “solida” e riscopra i veri valori dei “legami familiari” per essere “solidale” con i vecchi come era una volta altrimenti sarà molto triste la sorte che attende ai nostri figli e nipoti.

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