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martedì 15 gennaio 2013

Andare o non andare a votare?

Da sempre, ad ogni tornata elettorale, molti italiani puntualmente vanno a votare per esercitare il loro fondamentale diritto. Questa volta però e’ diverso perché si avverte un forte disagio. Si prova una rabbia interiore che spinge a disertare le urne. Poi con calma si cerca di analizzar le ragioni del malessere. Nel 1992, dopo l’azione repressiva di “mani pulite” della magistratura, in Italia si e’ creata un’anomalia. Invece di coinvolgere i due maggiori partiti che dominavano la scena politica, la Democrazia Cristiana ed il Partito Comunista, l’inchiesta finì con “l’eliminazione” di solo uno dei due. Dissolta la Democrazia Cristiana, dove si riconoscevano gli elettori del centrodestra, e’ rimasto il Pd come unico partito fortemente strutturato e radicato sul territorio. L’attuale Partito Democratico, con il suo “efficientissimo apparato” ha, di fatto, una posizione di “potere dominante” nel sistema Italia costituito dalle istituzioni governative, dagli enti economici, dai sindacati, dalle Regioni ed enti locali. Il Pd ha la disponibilità di consistenti mezzi finanziari grazie anche ai finanziamenti e rimborsi pubblici. Dopo la caduta nel novembre 2011 del governo Berlusconi, il centrodestra si e’ sgretolato in tanti partitini e liste civiche ed ora fa fatica ad organizzarsi in vista della competizione elettorale. Berlusconi specialista delle “rimonte”, ancora una volta, si spera che riesca a fare il miracolo. Sta sulla buona strada e se il 4 febbraio sarà condannato per l’affare Ruby, probabilmente il Pdl colmerà il divario che lo divide al Pd per ora dato “sicuro vincitore”. Il Pd oggi e’ in grado di condizionare le scelte fondamentali del Paese, sia che si trovi al governo sia che sia all’opposizione. Sembra che preferisca addirittura stare all’opposizione per sfruttare al meglio la sua “consumata” abilità di addossare sempre all’avversario la responsabilità di qualsiasi sciagura capiti all’Italia. Ricordate quando il governo Berlusconi fu costretto alle dimissioni dalle manovre speculative ordite sullo “spread” dei nostri titoli di stato? Il Pd, anziché reclamare le inevitabili elezioni politiche, in cui avrebbe sicuramente stravinto, “supplicò” il Presidente della Repubblica per far assegnare ad altri il difficile compito di governare il Paese. E cosi’ venne Monti che invece di migliorare ha di molto peggiorato la situazione economica. Il Pd e’ il partito che più di ogni altro reclama il “cambiamento” ma nei fatti, quando va al potere, lascia tutto così com’e’. La situazione politica sta cambiando rapidamente e non e’ detto che il centrodestra non possa vincere le elezioni. Molte verità su Berlusconi e sull’azione del suo governo stanno venendo a galla e molti delusi stanno riavvicinandosi al Pdl e si sta convincendo a votare il Pdl anche una buona percentuale di chi si era sempre astenuto di votare. Diversa e’ la storia del voto di noi italiani all’estero iscritti all’AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero). I nostri voti non andranno ad aggiungersi a quelli di chi vota in Italia, saranno utilizzati esclusivamente per eleggere all’estero 18 parlamentari (12 deputati e 6 senatori). Anche fuori dall’Italia il solo partito piu’ organizzato e’ il Pd che può fare affidamento sull’appoggio di quasi tutti i “Patronati” (meno un paio) e di moltissimi enti “marcatamente di sinistra”. Nonostante tutto questo, il Pdl in Australia ha ottime possibilita’ di aggiudicarsi i due seggi se presentasse candidati idonei e di “grande levatura” come Ivano Ercole e non “inconsistenti” come nel 2006 e 2008. Il 6 febbraio riceveremo dai consolati le schede elettorali. Nella IV Circoscrizione estera, dove e’ collocata l’Australia, verranno eletti due parlamentari, uno alla Camera e l’altro al Senato. E’ “prassi consolidata” che, non appena gli elettori ricevono le schede, chi ha intenzione di votare, esercita il diritto subito qualche giorno dopo, quindi, per il 10/15 febbraio, per il 90%, “i giochi saranno fatti”, molto tempo prima del 21 febbraio giorno ultimo di riconsegna delle schede ai consolati. Siamo al 17 gennaio, considerando che tecnicamente occorrono alcuni giorni per stampare le schede e provvedere alla spedizione, rimangono appena due scarse settimane ai candidati per illustrare il loro programma. Ma ancora non sappiamo quali e quanti partiti si contenderanno i due seggi e quali sono i loro candidati.

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