- Gianluca Perricone
- Venerdì, 21 Febbraio 2014
Un cane in un piccolo cortile: avete presente?
Chiuso in un piccolo spazio per tutta la giornata, gran parte della quale in completa solitudine. Ed allora inizia ad abbaiare, inutilmente, contro qualsiasi movimento si materializzi di fronte al proprio sguardo.
Passa un anziano ciclista a bordo della sua 'due ruote'? Il quadrupede si abbandona ad un ringhioso abbaiare.
Una coppia di fidanzati ha la pessima idea di passeggiare di fronte al cancello del cortile? Il mammifero non esiterà di certo a dimostrare sonoramente il proprio disappunto. E così via.
Per non parlare poi di ciò che accade qualora dovesse passare di fronte al giardino del canino un suo simile: una rissa.
E se poi qualche passante si dovesse ostinare a convincere bonariamente quel cane di essere dalla sua parte, provasse a parlargli e convincerlo di essere più tollerante e collaborativo con i passanti, la reazione della bestia si esprimerebbe in modo assai più violento.
Cani simili, insomma, sono destinati ad un completo isolamento che, a lungo andare, si trasforma in un inutile e paradossale difesa del nulla: un continuo ma inutile abbaiare in una incomprensibile salvaguardia del niente.
Il nome perfetto per un simile esemplare canino? Beppe
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