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lunedì 22 febbraio 2016

Renzi, quant'e' simpatico!


Se si vuole giudicare l’azione di un uomo politico, non bisogna cedere all’antipatia o alla simpatia.
Il nostro Primo Ministro è giovane e vigoroso, ha un bel faccino da giamburrasca intelligente ed ha un eloquio sciolto e scorrevole, tanto da dare sempre un’impressione di verità e spontaneità. 
Insomma, ha tutto per essere simpatico. 
Ed in effetti simpatico è stato, all’intero popolo italiano. Ma ora abbiamo superato il capo dei due anni di governo e la situazione economica nazionale è tutt’altro che rosea. La stagnazione non si è affatto attenuata - checché ne dicano gli ottimisti per principio - e riguardo a Renzi, a forza di sentirlo mentire in ossequio ad una autocelebrazione che non tiene il minimo conto della realtà, molti sono passati dalla simpatia all’insofferenza. Egli è stato capace di annunciarci un giorno sì e l’altro pure una magnifica ripresa economica, che a volte ha dato per imminente, per avviata, a volte addirittura per già realizzata, mentre non se ne vede traccia.  
Ma si è appena detto che, se si vuole essere razionali, non bisogna dare nessuna importanza alle reazioni emotive. Non importa che Renzi sia simpatico, perché potrebbe lo stesso provocare grandi disastri, e non importa che sia antipatico, perché potrebbe tuttavia essere capace di ottenere buoni risultati, anche se soltanto a paragone di altri Primi Ministri. Cerchiamo dunque di prescindere dalle influenze affettive ed aggrappiamoci a qualche criterio concreto.
Purtroppo non è un compito facile. Anche a volere servirsi di dati obiettivi, si è scoraggiati dalla loro quantità e dal fatto che spesso sono espressi con terminologia incomprensibile. Inoltre sono (o sembrano) contraddittori ed opinabili - e su questo giocano i politici nei dibattiti. Tanto che alla fine non si sa che pensare. Ora però, per fortuna, forse perché il 2015 è finito da poco, siamo venuti in possesso di un paio di dati interessanti. Il prodotto interno lordo è aumentato nel primo trimestre dello 0,4%, nel secondo dello 0,3%, nel terzo dello 0,2% e nel quarto dello 0,1%, per un totale che non è arrivato nemmeno all’uno per cento: forse lo 0,6%, mentre gli altri Paesi europei hanno fatto molto meglio. Dolente, dottor Renzi, non si può chiamare un successo. E fra l’altro atterrisce quel calo progressivo, 0,4%, 0,3%, 0,2%, 0,1%. Dove andremo a finire, se la tendenza si conferma?
Secondo elemento. Renzi si è continuamente vantato che avrebbe ridotto – o di avere già ridotto, secondo i giorni – la pressione fiscale. Ora invece leggiamo sul “Sole 24 ore”, che la pressione è aumentata del 6,4%, salvo errori, e comunque da altra fonte abbiamo appreso che l’anno scorso le entrate fiscali sono aumentate di 25 miliardi. Non certo come conseguenza di un drammatico aumento del prodotto interno lordo. Dov’è la riduzione delle tasse?
Ma con questa bestiale spremitura fiscale siamo almeno riusciti a diminuire un po’ il debito pubblico? Per nulla. Infatti esso è aumentato di ben 33,8 miliardi di euro, oltre sette volte il valore dell’Imu, e nell’anno ha raggiunto i 2.170 miliardi di euro. La ricchezza prodotta dall’intera Italia in un anno e quattro mesi. Allegria.
Il governo – frenando la ripresa, strozzando le imprese, facendosi stramaledire da tutti – si appropria di oltre la metà della ricchezza che produce la nazione, aumenta il debito pubblico e nel frattempo pensa soltanto a mosse che lo rendano popolare e lo favoriscano alle elezioni. 
Per esempio promette cinquecento euro ai ragazzi per pagargli il teatro o il computer. Poi, contando di fare ulteriori spese senza copertura, insiste a chiedere all’Unione Europea di potere sforare ancora di più il bilancio, senza rendersi conto che il nostro debito pubblico già allarmante potrebbe esplodere provocando un disastro nazionale e perfino europeo. Che è poi la ragione per la quale l’Europa resiste a queste richieste assurde.
Non è questione di simpatia o d’antipatia. Renzi ci tassa a morte, spende più di quanto incassi ed aumenta il debito pubblico
Sarà simpatico, ma a questo punto preferiremmo fosse meno simpatico e più capace.

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