Papa Francesco contro i "nuovi diritti" acquisiti durante il 1968. Quegli anni - secondo il pontefice - hanno avuto degli effetti paradossali. Ecco quali
Papa Francesco contro i "nuovi diritti" acquisiti durante il 1968.
È stato un Bergoglio forse inaspettato quello che ieri ha tuonato sull'argomento durante il saluto di inizio anno al corpo diplomatico presente in Vaticano. Nel cinquantesimo anniversario del fenomeno politico e sociale che ha sconvolto i costumi del mondo, infatti, il pontefice argentino ha dichiarato: "In seguito ai sommovimenti sociali del Sessantotto, l’interpretazione di alcuni diritti è andata progressivamente modificandosi, così da includere una molteplicità di nuovi diritti, non di rado in contrapposizione tra loro". Un processo che - secondo quanto sostenuto dal pontefice argentino - è finito per evolversi in un paradosso: "In nome degli stessi diritti umani si vengano a instaurare moderne forme di colonizzazione ideologica dei più forti e dei più ricchi a danno dei più poveri e dei più deboli".
I movimenti che hanno generato e promosso il 68', insomma, avrebbero alimentato la nascita delle disuguaglianze economiche propagandando, invece, l'eguaglianza e la libertà assoluta. E Bergoglio ha riservato parole importanti all'istituto che più di tutti ha sofferto gli effetti di alcuni sdoganamenti ideologici: la famiglia.
"Purtroppo - ha aggiunto Francesco - è noto come, specialmente in occidente, la famiglia sia ritenuta un istituto superato. Alla stabilità di un progetto definitivo, si preferiscono oggi legami fugaci. Ma non sta in piedi una casa costruita sulla sabbia di rapporti fragili e volubili. Occorre piuttosto la roccia- ha detto il papa - sulla quale ancorare fondamenta solide".
E ancora: "E la roccia è proprio quella comunione di amore, fedele e indissolubile, che unisce l’uomo e la donna, una comunione che ha una bellezza austera e semplice, un carattere sacro e inviolabile e una funzione naturale nell’ordine sociale. Ritengo pertanto urgente che si intraprendano reali politiche a sostegno della famiglia, dalla quale peraltro dipende l’avvenire e lo sviluppo degli stati. Il disinteresse per le famiglie porta con sé un’altra conseguenza drammatica, che è il calo della natalità. Si vive un vero inverno demografico", ha chiosato.
Bergoglio, insomma, si è schierato nuovamente in difesa della famiglia tradizionale e ha denunciato ennesimamente l'attacco ideologico subito da quest'ultima. Il 2018 sarà un anno ricco di eventi incentrati sulla riccorrenza del cinquantennario del Sessantotto: un fenomeno considerato dai più come fondamentale ai fini dell'affermazione di una certa idea di libertà e che tende ad essere idolatrato tutt'ora dall'"intellighenzia" di sinistra. Il papa che tanto piace ai progressisti - però - sembra non essere disposto a partecipare a questa adorazione collettiva del 68'.
"Nel nostro tempo ci sono forme più sottili, penso innanzitutto ai bambini innocenti, scartati ancor prima di nascere; non voluti talvolta solo perché malati o malformati o per l’egoismo degli adulti", ha sottolineato Francesco riferendosi chiaramente all'aborto, uno degli effetti derivati dalla rivoluzione dei costumi promossa in quegli anni.
Le celebrazioni per il 68', in definitiva, stanno per avere inizio, ma potrebbero trovare sulla loro tabella di marcia un "avversario" impensato: Papa Francesco.
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