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sabato 26 maggio 2018

Governo, Conte fa il pontiere ma Mattarella resta gelido su Savona


I tempi per la formazione del nuovo esecutivo si allungano. E si delinea l'ombra dello strappo. Ci sarà ancora molto da trattare sull'asse Quirinale-5Stelle-Lega. Il Carroccio minaccia le barricate

















ROMA. Un'ora di colloquio, a sorpresa, al Q uirinale. Ma il premier incaricato Giuseppe Conte, che si assume il compito del  "pontiere" per conto di Di Maio e in qualche modo anche di Salvini, non supera il test della verità per far partire il governo. Ovvero, non smina il terreno  dai dubbi di Mattarella sul ruolo di Paolo Savona, che 5Stelle e soprattutto Lega vogliono paracadutare al ministero dell'Economia ma che per il capo dello Stato rimane troppo no euro. Il Colle, che già si era scagliato contro i "diktat" delle nomine imposte,  resta freddo sul nome. Leghisti e grillini insistono. Il braccio di ferro non si sblocca. E i tempi per la formazione del nuovo esecutivo si allungano. Si allunga perfino l'ombra di uno strappo sul governo che Conte vorrebbe portare a casa. Il premier incaricato non ha  fornito al capo dello Stato nel corso del colloquio del pomeriggio nessuna scadenza sullo scioglimento della riserva. Ci sarà ancora molto da trattare nei prossimi giorni sull'asse Quirinale-5Stelle-Lega, per evitare che il governo salti prima ancora di essere nato.

Un colloquio "informativo e interlocutorio" questo di oggi, come viene definito dagli ambienti del Quirinale, visto che Conte è salito al Colle non per sciogliere la riserva e tantomeno per presentare la lista dei ministri. È stata, invece, una difficile e improvvisa missione diplomatica in corso d'opera, mentre è aperta cioè la procedura per la formazione della squadra per Palazzo Chigi. Una visita al Quirinale in questa fase di per sé è già inconsueta nei riti che accompagnano la nascita di un nuovo esecutivo. Anche se qualche precedente c'è. Letta nel 2013 e Renzi l'anno successivo andarono a parlare con Napolitano prima di aver presentato la rosa.  Però, stavolta, si cammina sul filo.

rep

 Conte è arrivato al Palazzo a sorpresa, per tentare di convincere il capo dello Stato ad accettare nella squadra di Palazzo Chigi l'economista Savona, esponente del fronte no euro, e sul quale la Lega in particolare si dice pronta alle barricate. Fino al punto di rovesciare il tavolo, e andare alle elezioni. Nello stallo, il presidente incaricato - su input di Di Maio - ha chiesto udienza a Mattarella. Che, non senza qualche perplessità iniziale per la richiesta irrituale, gli è stata accordata.

Il premier in pectore per la casella dell'Economia ha tirato fuori proprio il nome di Savona, spiegano che si sarebbe fatto garante in prima della linea europeista del governo. E snocciolando la lunga biografia dell'economista, dalla Banca d'Italia al governo con Ciampi. Fino alle dimissioni, due giorni fa, dal fondo d'investimenti straniero del quale Savona era a capo. Anche quest'ultima circostanza, tuttavia, avrebbe finito per sollevare dubbi al Colle: dimissioni che danno l'impressione di sentirsi un posto di governo già in tasca, come a non tenere conto che i ministri della Repubblica li nomina il presidente della Repubblica.

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