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martedì 29 luglio 2008

Anche Veltroni sara' "defenestrato" come Prodi.

Vuoi mettere Berlusconi con Veltroni? Non esiste! Il povero Walter un anno fa veniva acclamato come il salvatore della patria. Oggi Parisi, suo partner, lo invita a dimettersi paragonandolo a Toto’ nella scenetta di Antonio che si beccava sberle a non finire. Il destino politico di Veltroni è appeso ad un esilissimo filo: già si fanno i nomi di chi lo sostituirà. La crisi del Partito Democratico ormai è all’epilogo. Walter era stato presentato come l’uomo “nuovo” che avrebbe guidato il Pd alla vittoria, chiudendo con il comunismo e con i partiti radicali di sinistra. Contrordine compagni! D’Alema ha “sentenziato” che se non si “riammucchiano”, mai batteranno Berlusconi. Cosi Veltroni vuole riallacciare i contatti con gli “zombi” Bertinotti, Giordano, Pecoraro Scanio, Diliberto anche perché altrimenti Di Pietro romperà l’alleanza con il Pd. Ve lo ricordate quello che diceva durante la campagna elettorale? “Sia che vinciamo sia che perdiamo, le riforme vanno fatte insieme”. Perse l’elezioni dichiarò: “Noi faremo un’opposizione seria e dura, ma non ideologica. Saremo costruttivi e non distruttivi. Loro hanno vinto le elezioni e loro hanno il diritto, ma soprattutto il dovere di governare da soli, senza il nostro apporto”. Ora, vi pare che si sia iniziato a parlare di riforme istituzionali, di regole del gioco, di regolamenti parlamentari, di modifiche alla Costituzione? Per ora tutti i provvedimenti erano di competenza esclusiva del governo. Hanno riguardato misure di cui il Paese aveva urgente bisogno: la sicurezza, il lavoro, la giustizia, l’assistenza ai più bisognosi, l’economia, i rifiuti di Napoli, l’Alitalia. Nessuna riforma istituzionale. Come fa ad interrompersi un dialogo che neppure è cominciato? La verità è che il povero Walter credeva davvero che fare il “premier-ombra” potesse contare qualcosa. Pretendeva che si facesse come diceva lui, altrimenti avrebbe rotto. Non ha capito che non è lui a governare? Se davvero, come ha promesso, non farà opposizione ideologica e contribuirà a cambiare le regole, forse si conquisterà un posto nella storia italiana. Intanto il governo Berlusconi va avanti come un treno d’alta velocità anche senza i voti del Pd, che non sono per niente determinante per governare. Se Veltroni si rifiuterà di discutere per le riforme, vorrà dire che erano tutte chiacchiere ed e’ tale e quale a Di Pietro e agli “zombi” della sinistra radicale drasticamente “estromessi” dagli italiani dal Parlamento. Il governo Berlusconi, piaccia o no, gode di grande popolarità perché sta facendo “cose di sinistra”. Toglie soldi a banche, assicurazioni e petrolieri per darli ai poveri e anziani. Finanzia mutui agevolati per far acquistare la casa a famiglie poco abbienti, studenti fuori sede e immigrati regolari. Berlusconi esprime la realtà del Paese e continuerà a governare. Se Veltroni verrà “licenziato”, prima che inizi il discorso sulle riforme dello Stato, poco male, vuol dire che Berlusconi parlerà con qualcun altro. Walter minaccia di scendere in piazza in autunno con la “scusa” dei provvedimenti ad “personam” che hanno “strappato” la tela. Si tratta di scegliere se l’Italia deve essere governata da chi democraticamente ha vinto l’elezioni o da alcuni magistrati politicizzati che, sin dal 1994, cercano di eliminare Berlusconi. Di Pietro lo voleva “sfasciare”. Ora la magistrata Gandus, che dovrebbe giudicarlo, le è scappato di dire: “A questo str… di Berlusconi gli facciamo un c… così. Gli diamo sei anni e poi lo voglio vedere fare il Presidente del Consiglio”. Il Senato ha approvato la norma con cui vengono congelati per un anno i processi, se riguardano reati minori. Berlusconi annuncia che non intenderà avvalersi della norma. L’opposizione, al momento del voto, è uscita dall’aula e Veltroni ha “rotto” il dialogo con la maggioranza. Peccato che tre mesi fa l’idea, di congelare alcuni processi per dare la priorità ad altri, fosse venuta a lui. Non si tratta d’essere fanatici berlusconiani, ma di guardare la realtà quel'e’. Anche per la nomina del Senatore Alfredo Mantica, a sottosegretario agli esteri con delega agli italiani nel mondo, Berlusconi ha dimostrato di saper vedere avanti di almeno 10 anni. Mantica e’ da anni un collaboratore del ministro degli esteri Franco Frattini. Sa benissimo che la realtà degli italiani nel mondo è in via di profonda trasformazione, per questo il governo Berlusconi vuole dargli un indirizzo più realistico. Non più soldi per costruire altri musei dell’emigrazione italiana (ce ne sono a migliaia che nessuno visita), ma una vera svolta per incentivare e sviluppare “sinergie” tra gli italiani nel mondo e l’Italia. Il sottosegretario l’ha spiegato chiaramente alla trasmissione “Italia Word”. Ha dichiarato: “Esiste una realtà di 5/6mila italiani, non superiori ai 40 anni che operano all'estero con alta professionalità nel mondo della finanza, delle banche, della ricerca e nei settori industriali e commerciali. Vi è la necessità di costruire una rete. Non potendoli riportare in Italia la rete ci permetterebbe di mettere a disposizione del Paese la loro professionalità.” Mantica ha annunciato che, entro il mese di dicembre, darà vita ad una grande assemblea dei giovani italiani nel mondo per discutere con loro come costruire il network. Il sottosegretario è convinto che ormai si e’ chiuso il ciclo del sistema di rappresentanza per gli italiani all’estero. Auspichiamo che, con la riforma del Parlamento, gli italiani nel mondo continuino a votare, ma non più per eleggere i candidati all’estero. Mantica ha aggiunto: “Penso che vi sia la necessità di rifondare questa comunità degli italiani all'estero. Lo voglio fare proprio confrontandomi con i più giovani per capire come dobbiamo costruire questa nuova comunità da qui a quindici anni. La comunità che vorremmo costruire è la comunità degli”italofoni”, che è una comunità allargata a cui possono appartenere, cito ad esempio, il ministro della Sanità nigeriano che ha studiato a Bologna e parla l'Italiano; alcuni capi di stato dei Balcani, diversi figli dei ministri eritrei che studiano nelle scuole italiane. Insieme a loro gli italiani all'estero che ora sono sempre più stranieri di origine italiana”. Sono avvisati i giovani. Alla conferenza di dicembre a Roma non ci saranno traduttori in simultanea. Per comunicare, loro nati in paesi che parlano lingue diverse, dovranno parlare esclusivamente in italiano.

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