Powered By Blogger

martedì 29 luglio 2008

I giovani nel mondo di origine italiana chiariscano che cosa intendono per "italianita'".


Solo attraverso la continuità di scambio di opinioni si può coinvolgere tutti coloro che sinceramente hanno a cuore l’italianità nel mondo. L’italianità deve continuare e deve consolidarsi, evolvendosi, coinvolgendo l’intera comunità degli italiani presenti in tutti i Paesi del mondo. Tutti devono assumersi questa responsabilità e lanciarsi in un’impresa costruttiva in continua crescita e trasformazione. Si tratta d’impegnarsi personalmente in un processo grazie al quale possiamo essere aiutati ed aiutare gli altri a trovare la via migliore. Il cambiamento non si arresta e tanto meno possiamo tornare in dietro. Non possiamo che accettarlo e seguirlo. Benvenuto a Tom Cleary al dibattito in atto sul futuro dei giovani italo-australiani, discendenti dei "Giganti", che saranno i futuri protagonisti della conservazione dell’italianità. Nel dibattito in corso, mai sono state mosse "critiche negative" ai giovani, sono stati soltanto fortemente stimolati ed incoraggiati, questo si, ad essere più incisivi e più concreti. Certamente gli ostacoli che dovranno superare saranno molti, come certe resistenze dei soliti noti che sono recalcitranti a lasciare le cariche (nelle varie associazioni o enti) che occupano da sempre.La parola inglese "ruminations" usata da Tom, riferendosi ai contributi apportati al dibattito da Panichi e Pallotta, è meglio tradurla in: “riflessioni ponderate” ma fa rimanere perplessi che non siano benvenute e giudicate irrilevanti. Potrebbe anche essere, ma intanto hanno stimolato molti giovani ad intervenire. Tom si è espresso con intolleranza nell’invitare i "vecchi" a starsene zitti e a non monopolizzare il dibattito. È il succo di alcune sue frasi. Monopolio? Al dibattito sono intervenuti italiani di tutto il mondo tra cui molti giovani, Tom compreso. Ma poi chi sono i "vecchi"? L’età non è un fatto esclusivamente anagrafico. Chi è ancora animato da molta voglia ed entusiasmo di fare è "giovane". Quanti ventenni, trentenni o quarantenni privi d’iniziativa e d’entusiasmo conosciamo? Anagraficamente sono giovani ma, di fatto, sono molto più matusalemmi dei loro nonni. È giovane soltanto chi vive nel presente per proiettarsi nel futuro giorno dopo giorno. Non è giovane chi rimane legato a teorie filosofiche o a movimenti, ormai appartenenti ad un remotissimo passato, che la storia ha archiviato e fortemente ridimensionato o definitivamente condannato. Tom ha coniato un magnifico slogan che in molti potremmo condividere: "La lingua italiana, i valori storici e culturali sono un grande regalo per essere custodito soltanto in un pezzo di terra in mezzo al Mediterraneo". Verissimo! I discendenti dei “Giganti” devono mettere a disposizione di tutto il mondo lo stupendo regalo ricevuto. I giovani italo-australiani (ma anche quelli in altri Paesi di tutto il mondo) sono dei privilegiati per avere origini italiane e per aver ereditato i valori culturali e storici che hanno influenzato (ed ancora influenzano) tutto il mondo. Dovrebbero iniziare a diffonderli concretamente come, ad esempio, organizzando manifestazioni e feste che potrebbero essere anche fonte di autofinanziamento. Sono chiamati a dare la prova di saper passare dalle intenzioni ai fatti. Sappiano, però, che non dovranno fare affidamento su nessuno, ma soltanto su loro stessi. Seguano l’esempio dei “Giganti” che, nonostante mille handicap, sono riusciti ad affermarsi. Non contino su alcun aiuto di nessun genere, tanto meno finanziario, dal Governo e dai politici italiani. Sia perché la situazione economica/finanziaria italiana è disastrosa, sia perché tutti i governi italiani succedutesi, compreso l’attuale, non hanno mai avuto la “vocazione” di sostenere gli italiani nel mondo. Alla conferenza mondiale, che si terrà a Roma nel prossimo dicembre, i giovani nel mondo di origine italiana chiariscano che cosa intendono per "italianità". Il sottosegretario all’emigrazione Alfredo Mantica vuole saperlo e ha aggiunto: "Vorrei da loro sapere cosa sarà tra 20 anni quando le prime generazioni non ci saranno più e come mantenere il legame con loro. Credo che il rapporto tra l'Italia e i suoi connazionali all'estero sia come un matrimonio. O è per amore o per interesse. Allora cerchiamo di capire quanto amore c'è e quali interessi, legittimi, ci siano. Penso che vi sia la necessità di Rifondare la comunità degli italiani all’estero. Per me gli italiani nel mondo sono una comunità di gente giovane, dinamica, che vive una realtà differente rispetto a quella dell’Italia. Io li vedo e li sento come persone – ha detto ancora Mantica – che sono state capaci di integrarsi perfettamente nei Paesi di residenza. Rappresentano, dunque, un valore importante, una diversità che può dare molto all’Italia, e alla quale l’Italia, può attingere con passione e lungimiranza. Quella che vorremmo costruire é la comunità degli Italofoni perché la lingua diventi elemento forte per una comunità italiana allargata". I giovani di origine italiana partono da una base molto solida costituita dalle numerosissime associazioni, oltre 5000 in tutto il mondo. Il loro compito/dovere è quello d’inserirsi per farne parte e procedere alla loro modernizzazione e rivitalizzazione, per conservare il patrimonio culturale, linguistico e l’italianità. È una grande sfida che i giovani possono vincere seppure hanno delle perplessità. Nella recente riunione dei giovani italo-australiani tenutasi a Melbourne (vedi AISE del 23 giugno h. 16.36) è emblematica l’ultima frase della dichiarazione riassuntiva: "Tuttavia, stanti gli ostacoli strutturali alla loro piena partecipazione nelle rispettive comunità italiane, i giovani credono che non sarà possibile per il futuro mantenere in vita il tipo di strutture oggi esistenti". Cambiate pure tutto quello che volete, se è necessario. Costruite però qualcosa di più efficiente ed attuale. La vostra missione/dovere è di rilanciare l’italianità senza disperdere quello che ha costruito i "Giganti" con tanto amore, sacrifici e rinunce.

Nessun commento: