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martedì 14 luglio 2009

E' ricominciata la "sceneggiata" delle primarie. Tutti contro tutti gli omuncoli falliti del Pd.

Il Globo & La Fiamma - Australia
Venerdi 10 luglio 2009
Avevano ragione quei ex dirigenti “diessini” che avevano suggerito di evitare il Congresso per concentrarsi ad organizzare le elezioni regionali del 2010: non sono stati ascoltati. Quelli di sinistra hanno nel loro DNA il gene della “cagnara” che è subito iniziata alla grande: tutti contro tutti. E’ stata la “new entry” ad iniziare le “danze”, la giovane (38 anni) Debora Serracchiani fresca eurodeputata. Diventata famosa per avere ottenuto nella sua circoscrizione, alle elezioni europee, più preferenze di Berlusconi. Debora ha sparato a zero contro tutti i “capoccia” del Pd iniziando da Massimo D’Alema: “E’ l’opposto del progetto Pd”. Ha bollato Pierluigi Bersani come: “Uomo di apparato” e si è schierata con Franceschini perché è “simpatico”. Così ha frantumato in mille pezzi il Pd. Considerandola una sua temibile concorrente, la Rosy Bindi non ha perso tempo per rifilarle un sonoro schiaffone: “Sembrava che questa ragazza avesse più consistenza. I suoi argomenti mi sono sembrati un po’ banali, scontati e certamente non quelli di cui c’è bisogno in questo momento”. Un calcio nel sedere gliel’ha rifilato Pasquale Laurito di “Velina Rossa” un’agenzia di area ex Ds: “È questo il nuovo della Serracchiani? Ma con quale coraggio i militanti del Pd dovrebbero seguire Franceschini sulla base dei consigli della Serracchiani? Si è mai chiesta perché è diventata deputata europea? Se ricopre questo incarico lo deve proprio a quell’apparato che oggi disprezza. Abbiamo l’impressione che questa signora, o signorina, abbia avuto un’indigestione provocata dalle troppe mele mangiate insieme alla troppa grappa friulana”. Il tono della discussione nel Pd si è fatto già incandescente, altroché pacato, costruttivo e “democratico”!! Ad alimentare ancor più le “altissime” fiamme, ci hanno pensato anche Francesco Rutelli ed Ignazio Marino. Rutelli (ex Margherita) appoggerà Franceschini, ma a due “condizioni”: “Il suo programma deve essere compatibile con i nostri obiettivi. Non deve esserci un solo capo perché l’unica speranza di un ampliamento dei consensi risiede proprio nella ricchezza e nel pluralismo di idee”. Per capirci: vuole la solita ammucchiata, altrimenti correrà da Casini per fare il “grande centro”. Ignazio Marino, valente medico chirurgo e senatore Pd, un personaggio spocchioso con la puzza sotto il naso che si reputa il migliore di tutti perché parla anche correttamente l’inglese, ha dichiarato all’“Unità: “Oggi è una grande giornata per cominciare un’avventura politica che in questi giorni in tanti mi hanno chiesto di fare. Non ho paura, provo la stessa sensazione vissuta tante volte nella vita prima di un intervento chirurgico che non avevo mai fatto. Ma anche la stessa determinazione”. E’ “schifato” sino a qui del Pd ma effettivamente è lui il vero outsider di questa corsa verso il congresso che sceglierà la guida del Pd, sempre se ad ottobre esisterà ancora. Da tempo virtualmente è finito, la guerra che infuria per le “primarie” non farà altro che distruggerlo di fatto. Agli attacchi la Serracchiani replica direttamente via internet su “Facebook”: “Mentre il Paese attraversava una delle crisi più difficili con un governo impegnato in una politica fatta di spot senza nessuna efficacia reale il Pd era spesso occupato a dirimere i ‘propri’ conflitti tra chi aveva come unico obiettivo il logoramento del leader di turno. Ed io so, da elettrice come voi, quanto questo ci abbia dato fastidio e ci abbia a tratti allontanati dalla politica e dal nostro partito”. Subito si è sviluppato un acceso dibattito tra il popolo di Facebook: “Cara Debora ho visto delle mummie inveire contro di te, ciò significa che la scelta che hai fatto è quella giusta”. Qualcuno invita la Serracchiani a “resistere” e a non farsi “intimidire” e prevale lo scetticismo: “Hanno vinto loro! Non ci sarà nessun rinnovamento nel Pd. Ricompaiono i D’Alema, i Fassino, i Bersani, le Finocchiaro, in pratica i perdenti da 25 anni!”.Nel frattempo, nei sondaggi, la Serracchiani risulta la più votata come eventuale candidata per le primarie del Pd (anche se lei stessa ha chiarito che non scenderà in campo direttamente). Dietro di lei, Bersani (che vuol fare del Pd una “bocciofila”), Chiamparino (che si è tirato fuori dalla mischia: mica è scemo!), Marino e poi, per ultimo, Franceschini. D’Alema non gradisce il tono del dibattito e non nasconde la sua irritazione per le critiche ai “vecchi apparati” espresse dalla Serracchiani e quelle di Franceschini che non vuole lasciare il Pd “a quelli che c’erano prima di lui”. Massimo, il leader “minimo”, dice che non ci sono stati “complotti” e che non è lui la causa delle due “disastrose” sconfitte politiche ed è barbaro “avvelenare” il confronto interno, ma non perde tempo per lanciare alcune bombe Molotov. La sua specialità. Per lui Franceschini, “non regge” e Ignazio Marino è una persona seria, ma in questo momento non è la persona “adatta”, magari in un altro momento. Fassino si arrabbia e sbotta: “Massimo si dice statista e ha paura della Serracchiani? Rifletta perché ha preso 160 mila preferenze”. Nel Pd una cosa sola è certa: che da qui ad ottobre può succedere di tutto. Sicuramente in questi mesi la sinistra sarà occupata a dividersi, recriminare sul passato lontano e recente ed “accoltellarsi” fra correnti e candidati. Ma diranno: il nostro è un congresso vero, con una lunga e travagliata discussione politica, prendano esempio tutti gli altri. Alludono a Berlusconi? E nel frattempo chi continuerà a perseguitare il premier che D’Alema considera ormai “bollito” e prevede per lui altre “scosse”? Visto che con la magistratura e neppure con le veline, le pseudo minorenni, le escort, le 5000 fotografie nella sua villa in Sardegna sono riusciti a distruggerlo, ora sono passati ad una nuova “strategia”: quella dei gruppuscoli che lo contestano. La popolarità raggiunta da Berlusconi non è mai stata sognata, neanche lontanamente, da Prodi, Fassino, D’Alema o un Franceschini qualsiasi. Allora occorre far di tutto per appannare l’immagine gettandogli spruzzi di sterco addosso. In ogni sua uscita pubblica, Silvio è accolto da una moltitudine di cittadini che lo applaudono e lo incitano ad andare avanti. Benissimo, allora ad ogni sua comparsa, vengono organizzati piccoli manipoli di 20/30 contestatori che lo fischiano e lo insultano. Le Tv e giornalisti, onnipresenti, porteranno l’eco della protesta nelle case d’ogni italiano anche di quelli che risiedono all’estero, per accreditare la tesi che Berlusconi non è più così amato dagli italiani. Che è in rapido declino e sull’orlo d’abbandonare. E’ il un sogno “ricorrente” della sinistra che svanisce all’alba. A Viareggio hanno dimostrato a Berlusconi un’ostilità ingiustificata non essendo la sciagura colpa dell’operato del governo. Allora perché lo insultavano? La sinistra sta preparando il clima per favorire in autunno scontri di piazza? Con questa irresponsabile opposizione tutto è possibile. D’Alema aveva previsto una “scossa” nel governo che infatti c’è stata: l’azzeramento del “governodella regione Puglia. Ha sbagliato governo! Ad un apprendista stregone può accadere. Quello che meraviglia è che, tutto ad un tratto, il “martellante” sistema mediatico sul caso Bari, le escort, le cene con il premier, il giro di ragazze facili, si è bloccato all’improvviso perché l’inchiesta ha preso un’altra piega. I media, soprattutto “La Repubblica” ed “Il Corriere della sera”, non sono più interessati. Le intercettazioni telefoniche dicono che le escort allietavano le serate di dirigenti del Pd. Viene fuori una cronaca di tangenti e di appalti facili in cui è coinvolto un ex assessore Pd, che sta per diventare senatore. Nichi Vendola ha azzerato la giunta regionale ed i “dalemiani” sono stati “decapitati”. Inizia anzitempo la guerra di successione a Vendola. Il Pd si prepara a sostituire con Francesco Boccia (quarantenne amico di Enrico Letta) Michele Emiliano, il potente sindaco di Bari rieletto alla grande nelle ultime amministrative, che aspira alla candidatura alle prossime regionali per il Pd. Come al solito i dirigenti della sinistra continuano ad interessarsi esclusivamente dei loro affari personali. Non hanno un progetto, un programma o un “sogno” da proporre ai loro elettori ed è difficile capire come facciano ancora a seguire e, peggio ancora, ad aver fiducia di questi falliti omuncoli della politica.

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