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sabato 18 luglio 2009

Straordinario successo del G8 all'Aquila. Il Pd in grande confusione e Beppe Grillo l'aumenta.

Il Globo & La Fiamma - Australia

Friday, 17 July 2009
GIAMPIERO PALLOTTA
Orgogliosi, dobbiamo sentirci molto orgogliosi di essere italiani dopo lo straordinario successo planetario ottenuto dall’Italia al G8 dell’Aquila. L’Italia ha avuto un ruolo centrale in questo vertice, non solo dal punto di vista cerimoniale, in quanto Paese ospitante, ma anche dal punto di vista sostanziale. Ad esempio, le posizioni sostenute da molto tempo dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti, in materia di riforma delle regole del sistema finanziario, hanno qui trovato sostegni e ampie convergenze. E’ vero che i risultati dei vertici internazionali si misurano solo nel tempo, quando i solenni impegni assunti saranno realizzati concretamente. Per un solo protagonista, invece, non si può aspettare per formulare un giudizio: è stato un grande successo personale di Berlusconi. Chi è che ha dimenticato l’arroventato clima politico della vigilia? Gli avversari del premier che prevedevano scosse”, disastri organizzativi, gaffe protocollari, nuovi scandali mediatici e giudiziari, persino speravano in una forte scossa di terremoto durante il vertice per mandarlo all’aria. I giornali stranieri, soprattutto quelli inglesi, che arrivavano addirittura ad annunciare l’espulsione dell’Italia dal “club dei grandi”. Era stato scritto che molti leader non avrebbero partecipato e di sicuro le first ladies, “disgustate” da quanto scritto dai giornali sul premier italiano. Tutti sono arrivati puntualmente. Era stato messo in atto un tentativo di delegittimare il governo, di metterlo alla gogna con il serio pericolo di ridicolizzare l’Italia e deludere la speranza dei terremotati aquilani. Nel giro di qualche settimana abbiamo assistito a un crescendo di calunnie e persino di fosche previsioni. L’Italia era diventata un Paese “impresentabile” di cui vergognarsi. I giornali (alcuni giornali) inglesi e americani erano in prima linea nel raccontare un’Italia “inaffidabilee un governo non in grado di ospitare il summit. Palazzo Chigi sembrava un fortino assediato. Il G8 ha messo alla prova il governo del fare. I profeti di sventura della sinistra hanno preso una cantonata. Si aspettavano la caduta di Berlusconi durante il G8 (spernacchiato su un palcoscenico internazionale) e invece devono assistere al suo successo. Può sembrare un paradosso, ma Berlusconi è stato aiutato a costruire il suo personale successo proprio dal quel clima di foschi presagi. Di Pietro, nel pieno svolgimento del vertice, ha speso 38 mila euro per una pagina dell’ International Herald Tribune per chiedere scusa al mondo “per il comportamento di Berlusconi” e per chiedere aiuto per la democrazia italiana che è in “grave pericolo”. Infangare l’immagine del Paese, comprando pagine pubblicitarie sui giornali stranieri, è cosa ignobile. Di Pietro è recidivo. Come non ricordare che, nel 1994, proprio durante lo svolgimento del G7 a Napoli notificò, in mondovisione, l’avviso di garanzia al Presidente del Consiglio? Tutti ricordano la vicenda. La notifica fu accompagnata dalla famosa frase del Di Pietro magistrato: “Io quello lo sfascio”. La conclusione fu: “Sputtanamento” universale dell’Italia e assoluzione per Berlusconi dopo 12 anni. Per dare il giusto merito al governo Berlusconi, dell’eccezionale successo che ha riscosso il G8, Di Pietro dovrebbe comprare un’altra pagina nei quotidiani stranieri, per chiedere scusa per il danno provocato all’immagine del nostro Paese. Sul Corriere della Sera ha scritto bene Ostellino: “Uno spirito, quello di Di Pietro, autoritario che mal sopporta, oggi, di fare politica dentro il perimetro costituzionale, e che così facendo getta anche qualche ombra sul suo passato di magistrato”. Prima del meeting dell’Aquila era dovuto intervenire, con saggezza ed amor patrio, il presidente Napolitano per chiedere serietà e riflessione. Giravano le voci di una “scossa” che avrebbe eliminato definitivamente il premier. Molti ne erano certi: il berlusconismo e’ finito e sarebbe stato il vertice internazionale del G8 a certificarlo. Non è andata così, per fortuna. Anche i non berlusconiani dovrebbero essere contenti. Figuratevi che cosa sarebbe successo se fosse andato come tanti “gufi” avevano previsto. Non solo una leadership politica finita nel ridicolo, ma un Paese in ginocchio per il grande “sputtanamento”. L’Aquila dimenticata. Le rovine del capoluogo abruzzese sarebbero persino apparse poca cosa di fronte alle macerie della politica italiana. Era questo che alcuni che non amano l’Italia volevano che accadesse solo per invidia ed odio di Berlusconi. Dopo mesi di campagna “insensata” contro Silvio che ha messo a rischio, soprattutto, il prestigio e la rispettabilità dell’Italia nel mondo, La Repubblica ha dovuto ammettere il grande successo del premier riconosciutogli, per altro, da tutti i 40 leader del mondo che hanno partecipato al G8, iniziando da Obama. Nel suo articolo su La Repubblica Vittorio Zucconi ha scritto: “Questo è il risultato vero che il nostro Paese, il governo Berlusconi e i futuri governi incassano al G8 e che l’Italia può riporre in cassaforte come un capitale”. Anche il Financial Times, il giornale inglese che alla vigilia del meeting dell’Aquila aveva scritto che l’Italia sarebbe stata “cacciata” dal G8, è stato costretto a scrivere: “La scommessa di Silvio Berlusconi di tenere il vertice del G8 sembra aver pagato. Da playboy flagellato dagli scandali a statista: dopo aver presieduto per tre giorni il vertice internazionale mr. Berlusconi ha zittito i suoi critici e ha messo in riga i suoi alleati, almeno per il momento. Per il 72enne premier miliardario, il vertice di tre giorni con 40 capi di governo e organizzazioni è stato un successo per tutto ciò che non è accaduto”. Tutti i detrattori dell’Italia e di Berlusconi hanno collezionato schiaffoni e calci nel sedere. Il primo riconoscimento della forte leadership del governo italiano è giunto da Obama e Gordon Brown, ovvero dai “due giganti della sinistra occidentale”. La sinistra è rimasta completamente spiazzata dal suo mito Obama. Il riconoscimento al lavoro svolto e alla “forte” leadership del governo italiano è stata una decisa sconfessione di chi pretendeva di delegittimare Berlusconi per le “chiacchiere” sulla sua vita privata. Ma la maggioranza degli italiani sono con lui perché dal capo del governo non pretendono la virtù della castità, ma capacità decisionale e realizzativa: un governo del fare. Delle questioni di sesso, vere o fasulle che siano, se ne infischiano. Gli italiani sono stufi di politici parolai, nullafacenti, disonesti, corrotti dediti ad incassare tangenti e al servizio dei loro affari personali e non dei cittadini. Archiviato il G8 il presidente della Repubblica invita le parti politiche ad un ”clima più civile”: favorevoli Pdl e Pd, l’unico a “declinare” è il solito Di Pietro. Torna a ridire che l’Italia è in balia della “dittatura” di Silvio Berlusconi. E questa volta lo fa dalle pagine del Corriere della Sera. Il Pd si trova nel mezzo di un turbolento ciclone per la questione morale sollevata da Ignazio Marino dopo l’arresto dello stupratore seriale che era un coordinatore di un circolo del Pd. Come se non bastasse ecco che irrompe sulla scena il “comicoBeppe Grillo: vuole nientemeno “rifondare il partito per offrire un’alternativa al nulla”. Giura che si tratta di una cosa “serissima” e non di una provocazione. Tutto il “vecchio apparato” cerca di sbarrargli la strada a cominciare da Fassino, Bersani, Bindi, Melandri, Violante e Franceschini. A dargli il benvenuto è invece Mario Adinolfi che fa un appello “ai burocrati del Pd” affinché non ne impediscano la candidatura. Dello stesso avviso Antonio Di Pietro che e’ il vero suo “sponsor” per destabilizzare ancor più il Pd e accogliere gli elettori fuggiaschi. Giudica positiva la candidatura di Grillo il senatore Ignazio Marino: “Seguendo le regole della democrazia, non vedo perché debba essere escluso”. Emma Bonino sbotta: “Io ancora non ho capito bene se le regole di questo Statuto del Pd, che ogni giorno di più risulta più pasticciato, consentono o no la candidatura di Beppe Grillo”. Se Beppe Grillo si candida alla segreteria, i sondaggi dicono che vince le primarie. Da qui al 25 ottobre ed oltre, la sinistra, sarà impegnata nel suo "democratico" dibattito interno. All’improvviso, la scossa che doveva verificarsi contro Berlusconi, ha sommerso sotto le macerie tutta l’opposizione. Un redattore di Repubblica, in conferenza stampa al G8, con stupefacente candore, ha domandato a Berlusconi cosa ne “pensasse del fatto che non vi era stata nessuna compromissione dell’immagine dell’Italia a seguito della campagna di Repubblica dato che erano stati espressi validi riconoscimenti da parte di Capi di Stato e di Governo stranieri”. Ha fatto finta di non capire che senza l’eccezionali capacità di reazione di Berlusconi, Repubblica e la sinistra avrebbero avuto partita vinta. Lapidaria la risposta del Presidente: “Cosa ne penso? Che non avete raggiunto il risultato che volevate. Volevate rovinare l’Italia, ma avete fallito. Auguri!” Concluso il G8 il governo del “fare” ha ripreso a lavorare alacremente con o senza il contributo dell’opposizione. Ma quale opposizione? L’accozzaglia di sinistra è impegnata a districarsi da incomprensibili ed aggrovigliate idee, dalle tradizioni e visioni contrastanti ed incoerenti, e a darsele di santa ragione. Come è possibile costruire in questo modo un partito? Il male del Pd è che non ha un vero leader credibile.

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