Venerdì 01 luglio 2011
Quale metamorfosi quella di Di Pietro del dopo quorum e del dopo amministrative! E’ un Di Pietro molto più pacato, anche nei confronti del Premier. Ora che conta molto di più che ha vinto raggiungendo da solo il quorum del referendum e la vittoria a Napoli con De Magistris (cosi’ non gli rompe piu’ le scatole nel partito), può “imporre” la linea politica a Pier Luigi Bersani e a Nichi Vendola. “Mi appello a Bersani e a Vendola per incontrarci per parlare di leadership e di alternativa. O siamo in grado di fare questo oppure non siamo neppure degni di criminalizzare Berlusconi. Dobbiamo farci vedere uniti”. Di Pietro, infatti, sa bene che il voto politico è tutta un’altra cosa e che da solo non può correre. Ed ecco che chiede maggiore concretezza ed un programma condiviso. Insomma, è iniziata la campagna elettorale, che durerà sino a quando non si andrà ad elezioni. Il leader dell’Idv ha sollecitato a stilare, nei tempi più rapidi possibili, un programma di governo. Per Di Pietro non ci si può “limitare a denunciare la politica delle chiacchiere del premier”, ma “oltre a definire un programma”, va “proposta l’alternativa”. Sul Corriere della Sera è apparsa una “strabiliante” intervista di Antonio Di Pietro con stile ed atteggiamento nuovo. Tutto e’ partito da quando Berlusconi si e’ seduto al suo fianco in Parlamento e hanno “confabulato”. Da quell’incontro Di Pietro ha capito che il Premier è un “uomo solo” che merita solidarietà umana. Gli riconosce certo delle colpe, ma le maggiori “malefatte” le addebita a quei “farabutti” che gli stanno intorno. Di Bersani e Casini dice che l’accusavano di essere antiberlusconiano e così facendo aiutava Berlusconi. Ora che 27 milioni di italiani hanno detto no a Berlusconi, loro hanno preso “coraggio”. Di Pietro vuole essere un passo avanti dei due “politicanti” da strapazzo e ricorda loro che lui non e’ uomo di sinistra, infatti, in Europa i suoi parlamentari siedono a destra con i liberaldemocratici. La sua ultima analisi e’ che l’antiberlusconismo non paga e non farà mai cadere il governo. Di Pietro ha sempre giocato a palla con Bersani, l’ha costretto prima ad andare a sinistra e quando il Pd si e’ spostato all’estrema sinistra, Tonino, con una finta alla “Roberto Baggio”, si e’ spostato a destra. Lui e’ per il “bipolarismo” ma il polo di sinistra deve essere “moderato” e “guidato” da lui. Questa sinistra, lui e’ convinto, è incapace di governare e farebbe scappare gli elettori moderati e non vincerà mai. L’unica speranza, contro Berlusconi o contro chi ne sarà l’erede, è un’opposizione “ragionevole”, ed e’ per questo che e’ pronto a votare le riforme di Berlusconi. Di Pietro e Bossi sono fatti a modo loro, ma hanno gran fiuto politico e non debbono essere mai presi sotto gamba, gli altri sono capaci di “disquisire” di politica, ma non sono capaci di farla.
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