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venerdì 18 novembre 2011

La fine dell'antiberlusconismo.

Oggi si parla della “fine” del “berlusconismo”, ma quello che e’ vero e’ la “fine” degli “antiberlusconiani”. Il berlusconismo non e’ ne’ una teoria politica ne’ una teoria economica, al massimo e’ stato un tentativo di “liberalismo” non riuscito, cosa che, appunto, ha molto deluso i liberali. Ma Berlusconi non ha potuto “imporre” agli italiani ed ai suoi soci politici le riforme che “non volevano”. Le volevano solo a parole. E’ stata attribuita a Berlusconi un’importanza straordinariamente “esagerata”. E’ stato ingenuo credere che “un uomo solo” avrebbe potuto trasformare, in meglio o peggio, la storia, l’ammodernamento dello stato, la trasformazione economica e sociale dell’Italia. Per gli “antiberlusconiani” il berlusconismo e’ stato soltanto superficialità, buffoneria, disonestà, corruzione, evasione fiscale, mancanza di moralità, dongiovannismo da strapazzo, mancanza di dignità e tutto ciò che di peggio si possa immaginare. Ma in questo modo si riduce l’antiberlusconismo a semplice ed “insulsa maldicenza”. Insomma: puro “odio” della persona e non “contrasto” alle idee: arma politica impropria delle sinistre e di alcuni magistrati. Gli “antiberlusconiani” sono convinti che il “berlusconismo” abbia corrotto l’Italia. Tutto ciò lo vedremo quando Berlusconi, effettivamente, sarà uscito di scena. Se tutto rimarrà invariato, non sarà certo per il “berlusconismo”. Se invece in Italia avverranno grandi cambiamenti dovrà ringraziare soltanto al “berlusconismo”. Per ora una cosa e’ sicura: non leggeremo più quotidiani attacchi a Berlusconi sui media. Non avremo le cronache piena di pettegolezzi per ogni cosa che fa allo scopo di “denigrarlo”. Questo significherà che non sarà finito il “berlusconismo”, ma “l’antiberlusconismo”. La conseguenza sarà che chi ha fatto dell’antiberlusconismo un “mestiere”, finirà col perdere totalmente visibilità. Tutti quelli che per anni, hanno vissuto col motto “Io odio Berlusconi“, e ci sono diventati “miliardari”, ora dovranno trovarsi un altro Berlusconi. E qui comincia il divertimento per noi “berlusconiani”. Per anni “pseudo filosofi” e “pseudo giornalisti” sono riusciti a dare ad un solo uomo la colpa per tutto ciò che accadeva in Italia e, talvolta, nel mondo. Tolto di mezzo il “diavolo”, si troveranno dinanzi ad un inevitabile bivio: o continuare a denunciare gli stessi mali, riconoscendo implicitamente che essi non dipendevano da Berlusconi, o dedicarsi a parlare di altri “amori” come quelli delle migliaia di “veline” e, perché no, quelli di Nichi Vendola.

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