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venerdì 18 novembre 2011

Berlusconi "raddoppia": saranno gatte da pelare per gli avversari.

Nel mio articolo della scorsa settimana, a proposito delle imminenti dimissioni di Berlusconi, avevo fatto una facile previsione: “Berlusconi saprà reagire da par suo con grinta e decisione da Statista del fare. Un leader rimane con la schiena dritta nelle vittorie e, soprattutto, nelle sconfitte”. Infatti, dopo le sue dimissioni, nel messaggio video agli italiani, ha dichiarato con forza che “raddoppierà” il suo impegno in Parlamento ed in politica per cambiare l’Italia. Altro che finito! Il bello sta per iniziare! E’ avvisata quella massa di “gentaglia” incivile piena d’odio “gozzovigliante” che hanno “festeggiato” la caduta del “tiranno”. E’ sempre stato rimproverato a Berlusconi di fare “battutacce” come quella che erano “coglioni” chi votava centrosinistra. Alla luce di quanto sta accadendo può darsi che era appropriata. Pur se non doveva, le “dimissioni” e’ stato un atto di “generosità” per il bene che ha sempre avuto per la sua Patria, l’ha fatto anche per far terminare il vergognoso “linciaggio” della sua persona che ha danneggiato, principalmente, il “prestigio” dell’Italia nel mondo intero e che durava da anni. Ora a “salvare” l’Italia e’ stato chiamato un certo Mario Monti. L’ho ascoltato su Rai News 24 e non mi e’ sembrato una “aquila” ma, piuttosto “supponente” e “spocchioso” come lo sono i “bocconiani”: “teorici” e per niente “pragmatici”. Monti non ha poteri “straordinari” come può avere un “dittatore” che fa e disfà senza che nessuno possa contrastarlo. Per “governare” ha bisogno che le sue “proposte” vengano votate dai parlamentari dei due rami del Parlamento. Al Senato il Pdl ha una maggioranza solidissima. Alla Camera, dove la maggioranza assoluta e’ di 316 voti, attualmente il Pdl con la Lega ne dispongono 308 che potrebbero ridursi a 300 con le ultime “fughe”. In conclusione: arriva Monti, “ma Berlusconi non se ne e’ andato”. Allora si può sapere cosa avevano da festeggiare gli antiberlusconiani? Ecco perche’ ho ricordato che aveva ragione Berlusconi a definirli come aveva fatto anni fa. A Berlusconi gli si può rimproverare molte cose, ma no di essere “coglione”. Le dimissioni sono state come la classica “fava” per prendere non due, ma tre piccioni. Monti dovrà sempre fare i conti con il Pdl. Intanto per ora i mercati sembra bocciarlo con lo “spread” in arrestabile ascesa. Ma non erano convinti che con le dimissioni di Berlusconi d’incanto tutto si sarebbe risolto? Il secondo “piccione” sono le forze politiche che erano all’opposizione e che si sono sempre rifiutate di votare i provvedimenti richiesti dalla Banca Centrale Europea soltanto perche’ erano presentati dal governo Berlusconi. Ora saranno costrette a votarle tutte, e molte di piu’, anche quelle che gli stanno sullo stomaco e per le quali si sono sempre “ferocemente” opposte. Infine Berlusconi avrà molto piu’ tempo per fare politica in Parlamento e per riorganizzare il partito coadiuvato da Angelino Alfano e dai suoi valenti collaboratiti. Non c’e’ niente di piu’ vero del proverbio che “non tutti i mali vengono per nuocere”. Ah se pero’ Berlusconi, invece di essere un “bonaccione”, avesse avuto un “caratteraccio”. Avrebbe detto a muso duro a quelli che volevano le sue dimissioni che: “Nessun governo è possibile senza il mio consenso. Dunque dovete sottostare alle mie condizioni. Voi dite che siete preoccupati per l’Italia? Dimostratelo votando le riforme che l’Italia attende da anni”. Ma e’ anche azzeccato il proverbio che “chi ha più sale condisce la minestra”, e cioè chi ha “più intelligenza e buon senso” a volte ha il dovere di “cedere” a chi ha “meno intelligenza e meno buon senso”. Ma questo e’ un modo di darla vinta a chi ha torto a spese di chi ha ragione. Talvolta avere un “caratteraccio” e’ un vantaggio: quelli che si credono “furbi” e senza “scrupoli”, sono avvertiti che avranno da fare con qualcuno che e’ più duro e spietato di loro. Tuttavia il “caratteraccio” non sarebbe bastato a Berlusconi, visto che alle sue spalle non aveva tutti uomini “fedeli”, ma anche una “masnada” di “opportunisti” e “voltagabbana” che, dopo essersi fatti eleggere con i voti a lui dati, si sono fatti “comprare” dall’opposizione con promesse varie. Purtroppo il problema e’ l’articolo 67 della Costituzione: “Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”. Dovrebbe essere abolito. Il parlamentare che non condivide piu’ la visione del partito che l’ha candidato, deve “dimettersi” per far subentrare il primo dei non eletti. Oggi la Costituzione non dice che per diventare parlamentare bisogna essere coerenti, fedeli, onesti e perfino “intelligenti”. Ed e’ per questo che il destino dell’Italia e’ in mano ad “omuncoli” come Fini e “quaraquaqua’” come tanti altri.

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