Powered By Blogger

mercoledì 26 dicembre 2012

Pietro Inchino (pd) ha scritto l'Agenda Monti.


24 dicembre 2012
Scritto da Di Bartolomeo.

Lo rivela stamani Dagospia, ed è stato confermato da coloro che hanno scaricato dal Corriere della Sera il documento da cui infatti risulta che il suo autore è il piddino Pietro Ichino, che infatti si prepara a lasciare il Pd per transumare nel nuovo partito che nascerà a sostegno di Mario Monti. Il Corriere della Sera ha provveduto a chiudere i commenti per non essere alluvionato dalle invettive dei suoi lettori, ma ciò non è servito a niente, essendo la notizia trapelata facendo gridare allo scandalo.

Monti dunque ne esce scornato, confermando la sua completa insipienza di politico, dopo aver confermato a chi lo conosceva già molto bene (alcuni amici di studi e alcuni amici bocconiani) le sue carenze in economia.

Purtroppo, e dobbiamo ringraziare (si fa per dire) Napolitano per questo, a fare le spese della sua incompetenza siamo stati solo noi italiani, specialmente il ceto medio, mentre i servizi resi all’Europa dei potenti hanno posto l’Italia nella triste condizione di vassallo, se non addirittura di valvassore, soprattutto della Germania, la quale già sapeva che imporre all’Italia un simile e grigio burocrate avrebbe fatto i suoi interessi.Ieri Monti si è rivelato quale è: superbo, sprezzante, orgoglioso, che sono proprio i difetti dei personaggi sprovvisti di carisma, ed anche intimamente convinti dei propri limiti. Quei difetti sono in realtà una esigenza difensiva affinché il re saputello non appaia in tutta la sua nudità.

Ha volutamente tenuto nascosti i dati fallimentari del suo governo e ha redatto una specie di decalogo divino cui lui stesso farebbe fatica a tener fede.

Inoltre ha mostrato tutta la sua pavidità, come accennavo nel mio precedente articolo. Quell’armiamoci e partite è stato infatti il senso del suo discorso. Oggi nessuno sa che cosa Mario Monti vorrà fare da grande. Aldo Moro lo avrebbe eletto a suo eccellente ed incomparabile epigono; le famigerate convergenze parallele hanno trovato nel politico Monti il vessillifero del terzo millennio, e solo Mario Calabresi de La Stampa pare sia riuscito ad individuare lucidità e chiarezza in un discorso così ambiguo e indeciso. Se disgrazia vorrà che l’Italia sia colpita dalla sciagura di un Monti-bis, ricordiamoci di segnalare Mario Calabresi come indispensabile e ineludibile sottosegretario alla presidenza del consiglio, visto che sarà l’unico a capire e a trovare eccellente tutto quanto farà e ci racconterà Mario Monti.

Ma voglio sperare che gli elettori che ieri l’hanno ascoltato si siano resi conto della effettiva piccola dimensione del tecnico chiamato euforicamente a salvare l’Italia.

Il mio augurio è che, volendo “ascendere”, sparisca dalla scena politica per sempre.





Nessun commento: