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domenica 29 settembre 2013

Il tifoso indignato

 


Gianni Pardo
Sabato, 28 Settembre 2013
Se l’Italia fosse una squadra di calcio che sta irrimediabilmente perdendo la partita, un suo sostenitore dovrebbe essere quasi disperato. Ma se costui fosse un innamorato del bel gioco, vedendo quanto male stia giocando, forse le augurerebbe di perdere in modo ancor più ignominiosoLo spettacolo è desolante. Forse avremo una crisi di governo, forse no; forse sarà colpa del Pd, forse sarà colpa del Pdl, forse sarà colpa della magistratura politicizzata, ma che importa? Nella nostra eterna guerra civile a bassa intensità non serve distinguere i torti dalle ragioni: è più semplice dare torto a tutti. Perfino le originarie parti lese (ammesso che ci siano) hanno commesso tanti di quei falli di reazione che, come per le faide, le ragioni del contendere sono ormai dimenticate. Rimane l’odio puro e semplice.
Anche in questa guerra, come sempre, la prima vittima è la verità. Il Pdl insiste sull’illegalità dell’applicazione retroattiva della legge Severino, ed effettivamente che nessuna norma penale vada applicata retroattivamente è un principio che, dal Settecento, è considerato Vangelo in tutte le legislazioni civili. Ma, appunto, la legge Severino è una norma penale? Inutile chiedere: ognuno vi darà la risposta preconfezionata che serve alla sua tesi. Altra domanda: la Giunta del Senato è un organo giurisdizionale che deve applicare il principio nullum crimen sine praevia lege poenali o è un organo politico, che deve decidere secondo equità e opportunità? Anche qui, inutile porre domande. E se i quesiti fossero altri, si può contare che le risposte sarebbero sempre di parte. Come chiedere all’oste se il suo vino è buono.
Altro fatto: con la sua posizione di chiusura, il Pd offre al Pdl la scusa per far cadere il governo. Che cosa ne ricava? Per quel che se ne capisce, l’onore di avere dato un calcio nel sedere a Silvio Berlusconi. Ma possibile che quella pedata valga una grave crisi politica? Ci devono essere ragioni più serie: neanche lo scemo del paese crederebbe che ci si stia strapazzando tanto per applicare scrupolosamente le norme di legge. A meno che l’intenzione del Pd non sia proprio quella di provocarla, la crisi, un motivo potrebbe essere che si è già impegnato a comportarsi così e non vuole fare la cattiva figura di cambiare opinione. Un altro che la base li accuserebbe di avere favorito il Cavaliere.  Ma ancora una volta, al prezzo di una crisi? E fornendo al Pdl su un piatto d’argento la possibilità di incolparlo – magari in malafede – di averla provocata?
Un uomo di sinistra potrebbe pensare che questa sia l’unica occasione di eliminare Berlusconi e che dunque il Pd fa benissimo. Ma ciò è assolutamente falso. Innanzi tutto la Giunta non decide: rinvia al Senato per la votazione in aula. Dunque si tratta di qualche settimana di più o di meno. E c’è di più: il 19 ottobre la Corte d’Appello di Milano condannerà Berlusconi a tre anni o poco meno di interdizione dai pubblici uffici e lo farà decadere da senatore. Inevitabilmente. E allora, di che stiamo discutendo? Di qualche giorno di differenza?
Né più chiara e plausibile è la posizione del Pdl. Se vuole la crisi, invece di correre l’alea del pentimento di coloro che hanno già firmato le dimissioni (documento privo di valore giuridico) perché non ritira i ministri e toglie la fiducia a Letta? O vuole arrivare al bizantinismo di votare la fiducia al governo il due ottobre e farlo cadere il quattro, dopo la riunione della Giunta? Se uno credesse che le ragioni dell’agire di tutti sono quelle che abbiamo sotto gli occhi, ci sarebbe da pensare che abbiamo a che fare con dei dementi. Dunque è inutile cercare di capire mosse e contromosse. Qui si dànno più calci negli stinchi che al pallone.
Si prenda il caso dell’aumento dell’Iva dal 21 al 22%. Per andare contro il Pdl, il governo non lo blocca e dice agli italiani: “Vedete? A causa loro pagherete tutto più caro”. Sarebbe un buon argomento se, per evitare quell’aumento, il governo non avesse avuto in animo di chiedere soldi alle imprese e aumentare di due centesimi il prezzo della benzina. Dunque il Pdl dirà: “Vedete? Siamo riusciti ad evitare il solito aumento della benzina, perché siamo ancora al governo. E quanto all’aumento dell’Iva, noi abbiamo tentato in tutti i modi di bloccarlo. Ci siete testimoni”. Chi dice la verità? Non importa. Quando si spara contro l’altra trincea non si mira a questo o a quello, l’essenziale è che il nemico muoia.
Le squadre che rappresentano l’Italia giocano così male che si può rimpiangere soltanto che non possano perdere tutte. Sette a zero.
 pardonuovo.myblog.it
 

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