Gianni Pardo
Giovedì, 14 Novembre 2013
Un ex bancario pensionato a 2.100 € al mese si lamenta sul “Corriere” perché gli hanno bloccato l’indicizzazione e, di
fatto, ogni anno percepisce sempre meno. Questo perché, con 2.100 € netti,
oltrepassando i tremila lordi, per il governo fa parte dei “ricchi” che devono
pagare per gli altri. Il bancario non ci sta. Ha lavorato tutta la vita,
cominciando a 17 anni, e dice, risentito: “Non ho rubato niente a
nessuno!”
Non solo ha ragione da vendere; non solo il quantum del trattamento
di quiescenza non dovrebbe mai essere toccato, perché risulta da un contratto
liberamente sottoscritto dalle parti: ma ha ragione anche chi la pensione l’ha
“rubata”. E questo deve essere spiegato.
In passato in questo campo si è molto largheggiato. Dal momento che pagava lo
Stato, si è stati generosi con tutti. Non si è nemmeno tenuto conto
dell’elementare principio che la pensione doveva risultare dall’accantonamento
di parti della retribuzione, per coprire (con logica attuariale) gli anni della
vecchiaia. Invece si è permesso a giovani di lasciare il lavoro per ricevere una
somma mensile dignitosa per molti anni, fino ad arrivare all’assurdo che si
poteva essere a riposo per un tempo notevolmente più lungo di quello passato a
lavorare. Nella scuola, per esempio, vent’anni sulla cattedra e poi, se uno era
longevo, quarant’anni a spese dello Stato. Cioè dei connazionali.
Per molto tempo è stato di moda stramaledire quelli che erano chiamati baby
pensionati. Li si trattava da profittatori e da ladri. Con qualche ragione,
naturalmente, dal punto di vista astrattamente economico. Ma in concreto?
Immaginiamo che un signore anziano, non interdetto e neppure inabilitato (il
che in diritto corrisponde a dire “perfettamente in grado di intendere e di
volere”) un giorno ritiri in banconote da cento la massima parte del suo
patrimonio e poi vada in strada a seminarle al vento, affinché siano raccolte
dai passanti. Naturalmente i figli – futuri eredi – potrebbero essere furenti,
vedendo così regalare quel patrimonio che legittimamente si aspettavano di
ereditare. Potrebbero anche rimpiangere di non avere portato in tempo il padre
dinanzi ad un giudice per toglierli la possibilità di fare operazioni di banca.
Ma dal momento che non l’hanno fatto - e non è neanche detto che il giudice
avrebbe dato loro ragione - devono assistere impietriti a quella scena
agghiacciante.
E tuttavia qui non interessano né il ricco signore né i suoi figli:
interessano i passanti. Chi raccoglie quel denaro non lo ruba a nessuno. Nel
momento in cui le dita del legittimo proprietario allentano la presa, quelle
banconote sono res nullius, cosa che appartiene legittimamente al primo che la
raccoglie. È certo vero che i passanti potrebbero fare l’ipotesi che l’uomo non
abbia tutte le rotelle a posto: ma ciò sarebbe giuridicamente senza conseguenze.
Non potrebbero impedirgli di buttare per aria il suo denaro, se già non possono
impedirglielo i suoi figli. Non potrebbero impedire agli altri passanti di
raccogliere le belle banconote verdi. E il singolo che si astenesse dal
raccoglierle non salverebbe né il vecchio né i suoi eredi.
La parabola è trasparente. Se lo Stato italiano è stato tanto demente da
regalare pensioni ai giovani, perché vivessero a lungo girandosi i pollici; se è
stato tanto demente da dare pensioni molto più generose di ciò che corrispondeva
ai contributi versati, i beneficiari non ne hanno colpa. Non potevano certo
farsi nominare tutori di uno Stato interdetto. Se qualcuno c’è da rimproverare è
tutta una classe politica di demagoghi e di economisti “de sinistra” che hanno
creduto di poter essere generosi a spese della crescita dell’economia, delle
generazioni future e in fin dei conti dello Stellone italiano. Né va dimenticato
che mentre facevano questo erano applauditi da tutta la pubblicistica nazionale.
Se un Paese ha creduto per decenni che si potesse spendere più di quanto si
guadagnava (deficit dello Stato), quello stesso Paese ora non si deve lamentare
se la realtà presenta il conto.
Un vecchio detto romano ammonisce: “Caveat emptor”, il compratore stia
attento. Se qualcuno vende una bottiglia d’acqua minerale per dieci euro,
sostenendo che guarisce il cancro, il giudice non condannerà il venditore per
truffa, perché è il compratore, ad essere demente. È la sua demenza che gli ha
provocato il danno di nove euro e mezzo, non l’inganno del venditore. Caveat
emptor.
I baby pensionati, i titolari di pensioni d’oro, e tutti i beneficiati della
follia nazionale, non hanno rubato niente a nessuno. Oggi sarà concepibile che
uno Stato ridotto ad un disperato bisogno di denaro gli sottragga con la forza
qualcosa che è legittimamente loro, ma non deve farlo credendo di avere
giustificazioni morali. Perché la prima immoralità consiste nel togliere a
qualcuno ciò che è suo. Solo perché si è più forti.
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