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martedì 14 luglio 2015

L'Europa, Renzi e la sagra degli incapaci

Daniel Cohn-Bendit ha affermato che nel corso delle lunghe trattative tra Unione europea e governo greco i rappresentanti italiani non hanno mai fatto sentire la loro voce. L’ex leader del ‘68 francese avrebbe voluto che Renzi e Padoan si fossero battuti al fianco di Hollande per mitigare la linea dura della Cancelliera Merkel e per aiutare Tsipras ad uscire fuori dal buco nero in cui si era cacciato con il suo assurdo referendum.
Si può discutere sulla validità della linea che, secondo Cohn-Bendit, l’Italia avrebbe dovuto seguire per favorire una soluzione positiva della tormentata vicenda greca. E magari ci si può anche rallegrare del fatto che il governo italiano non si sia schierato dalla parte dell’Eliseo per favorire la formazione di un fronte dei Paesi del Mediterraneo che la Spagna non avrebbe mai voluto e che per la Francia sarebbe stato solo un modo per poter dialogare personalmente con la Germania in condizioni meno sfavorevoli.
Ma ciò che non può essere messa minimamente in discussione è la constatazione sul bassissimo profilo della presenza italiana nella lunga e complessa trattativa che ha portato all’accordo tra Ue e Grecia
Può essere che sia stata una scelta voluta quella di defilarsi, di non prendere una posizione precisa, di non esporsi alle proteste dei tedeschi nel caso di appoggio aperto a Tsipras o alle reazioni delle tante sinistre radicali italiane nel caso di aperto appiattimento sulle posizioni della Merkel. Ma questa è una interpretazione un po’ troppo benevola nei confronti di Matteo Renzi e del suo ministro dell’Economia. Perché se l’auto-marginalizzazione fosse stata programmata avrebbe dovuto evitare il gioco infantile adottato dal nostro Premier di mostrarsi critico verso la Germania in Italia e prono alla Merkel in Europa.
Probabilmente la verità è che la linea criticata da Cohn-Bendit non sia stata affatto voluta ma sia stata il frutto non solo dell’oggettivo peso modesto che il nostro Paese ha nella Ue, ma anche della sostanziale incapacità del governo di elaborare una qualsiasi strategia europea
Colpisce che questa patente di incapacità finisca sulle spalle del governo Renzi proprio nei giorni in cui compaiono sui giornali le intercettazioni in cui lo stesso Renzi dava dell’incapace ad Enrico Letta. Chi di incapacità ferisce di incapacità perisce!

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