Le opposizioni (oltre al Pd ce ne sono altre), anziché affrontare in Parlamento una crisi mondiale che si rivela sempre piu’ pericolosa, richiede le dimissioni di Berlusconi. Come se mandato a casa il Premier tutto si risolverebbe in un “battibaleno”. Facendo finta di dimenticare che non e’ certo Berlusconi ad aver creato la crisi mondiale e non e’ il solo ad aver guidato l’Italia che soffre dei danni provocati dai governi del “consociativismo” e, in special modo, da quelli recenti della sinistra. La causa principale dei titoli di Stato italiani, offerti sul mercato ad un tasso superiore a quelli tedeschi, e’ soprattutto dell’opposizione “irresponsabile” la quale pretende, per dare una mano al Paese, che Berlusconi si dimetta. Persino Prodi, dal “Corriere della Sera”, ha dichiarato che non si può aprire una crisi di governo al “buio” quando ci si trova in mezzo all’occhio del ciclone. Manco a dirlo, la notizia non e’ stata riportata da nessuno dei giornali “intelligenti” che appoggiano la sinistra. Il Pd sostiene di aver già fatto il suo dovere agevolando l’approvazione in solo tre giorni della finanziaria. Al dire il vero sono stati “costretti” alla collaborazione dal Presidente della Repubblica Napolitano, un loro “compagno”. Ora siamo al punto che e’ “prioritario” aiutare il Paese che pensare ai propri interessi politici di parte. L’unico che sembra che l’abbia capito e’ Casini che ha assunto un atteggiamento contrario rispetto alle altre opposizioni. Ha capito che non si può chiedere di fare subito ciò che è “indispensabile”, e poi opporsi a quel che bisognerebbe “urgentemente” fare. Ma è su Berlusconi che Casini si smarca maggiormente dagli altri “compari” occasionali: “Oggi nel paese non si possono consentire cose inutili. Sono 3 anni che chiedo le dimissioni di Berlusconi: poiché non le dà, è inutile continuare a perdere tempo”. Casini, un “marpione” dalle cento cotte, non dimentica che le elezioni del 2013 sono dietro l’angolo. Se la maggioranza è in evidente affanno, le opposizioni sono nel “caos” completo e ci resteranno, quindi, l’Udc prende le distanze e si prepara al “riallineamento” dato che e’ quasi certo che Berlusconi non si ricandiderà nel 2013. Cosi’ abbandona l’antiberlusconismo, “sconfessa” Fini e, in sostanza, sta archiviando il “Terzo Polo”. Spiazzando tutte le opposizioni, fa tre proposte al governo. Anticipare gli effetti della manovra da 40 miliardi. Scrivere nella Costituzione che il pareggio di bilancio è un obbligo. Istituire una commissione tra maggioranza, opposizione e parti sociali. L’anticipo della manovra era già nell’intenzione del Governo come pure inserire nella Costituzione l’obbligo di pareggio di bilancio. Per quanto riguarda la terza proposta, tutto dipenderà se le opposizioni e le parti sociali assumeranno un atteggiamento “responsabile”: pia illusione! Insomma, Casini ha capito che fare come Fini, Bersani e Di Pietro è inutile. Se non finiscono le liti quotidiane tra il Pdl e il Pd (i maggiori partiti) per fare un patto limitato nel tempo (come hanno fatto in Germania con la grande coalizione) per risolvere i problemi. Se si ha paura di perdere voti alle elezioni, le “riforme”, seppure impopolari ma che servono al Paese, non si faranno mai. Se Casini si alleerà con il Pdl, abbandonerà il “terzo polo”, il Fli rischia di rimanere fuori dal parlamento perche’ difficilmente raggiungerà la percentuale minima dei voti. Ed ecco che Fini, a dimostrazione che il suo progetto politico e’ “fallito”, in questi ultimissimi giorni ha iniziato la “marcia” di riavvicinamento a Berlusconi. Tramite il “fidato” Bocchino, e’ cominciata una “sotterranea” azione diplomatica che probabilmente non avrà successo visto che si troverà di fronte il “veto” degli ex An nel Pdl.
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