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lunedì 28 maggio 2012

Occorre una svolta "rivoluzionaria" per riaggregare i "moderati".


Diciamolo senza “ipocrisia” come stanno le cose. Nelle ultime elezioni amministrative gli elettori “moderati” hanno “brutalmente” bocciato il centrodestra che attualmente non e’ piu’ credibile come classe di governo. E’ evidente che sono scontenti dei rimedi varati dal governo tecnico Monti, e quindi considera negativamente l’appoggio dato ad esso dal Pdl. Ma il Pd e il centrosinistra non “intercettano” i voti in uscita dal Pdl o della Lega, che finiscono in gran parte nell’astensionismo e in minor parte nel movimento “Cinque stelle” di Grillo. Questo avviene perche’ tra gli elettori del Pdl e quelli del Pd, c’e’ una differenza “abissale” della “cultura” di concepire la politica. Il comportamento dei sostenitori del Pd privilegiano il “fanatismo” alla “razionalità”. Il Pd e’ un partito “virtuale” per non avere “dirigenti” e neppure un programma, quanto a “scandali” e “malversazioni” non e’ secondo a nessun altro partito. Se dovesse vincere le elezioni da solo (cosa impossibile), non avrebbe personalità valide per far gestire “dignitosamente” i vari ministeri. Nonostante tutto questo, che quantomeno farebbe restare “perplessi”, come minimo, qualsiasi elettore “normale”, i suoi sostenitori, “imperterriti”, ad ogni elezione, si “precipitano” a votare e (secondo loro) ”stravincono”, ma “volutamente” dimenticano che il 50% degli elettori si sono “astenuti”. La loro non e’ una vittoria perche’ il forte “astensionismo” ha “falsato” il voto. Il voto di Parma e’ stato “emblematico”. Il “grillino” Pizzarotti ha vinto per i voti ricevuti dagli elettori del centrodestra che si rifiutano di “arrendersi” al centrosinistra e restano in attesa di una nuova offerta politica. Meglio Grillo della sinistra. Per questo, in vista del 2013, Bersani e suoi “alleati” (un giorno sì e l’altro no) hanno poco da stare allegri. La vittoria “senza se e senza ma” (come ha sentenziato Bersani) di oggi somiglia troppo a quella di Pirro. Bersani annuncia di aver vinto pur senza “guadagnare voti” e subendo “cocenti sconfitte” nelle sfide principali che lo vedeva opposto ai suoi “alleati”. Chi si accontenta gode. Invece gli elettori del Pdl sono costituiti per lo piu’ da persone che si potrebbero definire “moderati” ed oggi sono piuttosto “incazzati”, ma non sono in rotta. “Pazienti” rimangono pronti a “riaggregarsi” intorno a una nuova e più congeniale offerta politica. Se la nuova offerta li convincerà il centrosinistra dovrà rassegnarsi ad incamerare un’altra “batosta”, ed anche questa volta “la gioiosa macchina da guerra” verrà ridotta a ferro vecchio. C’e’ un dato di fatto su cui tutti i politici di qualsiasi parte debbono riflettere. I “moderati” o non vanno a votare, o votano spesso per persone che non sono ufficialmente ricollegabili ai vecchi partiti, vorrà questo ben dire qualcosa. La crisi non e’ soltanto “politica” ma profondamente “culturale”, e per uscirne occorre una vera svolta “rivoluzionaria” per convincere l’elettorato “moderato”. Il Pd dimenticata la figuraccia della coalizione “prodiana”, finita prima d’iniziare e per le continue risse interne, si sta preparando per un’altra “ammucchiata” riorganizzando la solita “armata Brancaleone”. Dai risultati delle ultime elezioni amministrative emerge con tutta evidenza la nettissima sconfitta dello schieramento di centrodestra specificatamente del Pdl e della Lega. Tutto sembra configurare la fine di un ciclo politico che coinvolge anche il “centro moderato” dell’Udc di Casini. Se Alfano/Berlusconi non sapranno proporre un nuovo soggetto politico, che “rivoluzioni” la cultura di far politica, alle prossime elezioni vedremo sfidarsi da una parte “l’armata Brancaleone” della sinistra, dall’altra i partiti “populisti” antipartiti e antisistema come quello di Beppe Grillo. In mezzo un grande buco nero costituito dal 40/50% dell’astensione di quella che e’ sempre stata “l’area moderata” del centrodestra. Un vuoto che ricorda molto da vicino quello lasciato dal collasso dei partiti di vent'anni fa, all'epoca del crollo della prima Repubblica causata da “tangentopoli”. Nel 1994 a contendersi il governo del Paese erano la sinistra “progressista” e la destra “antisistema”, il vuoto fu colmato dalla “discesa in campo” di Berlusconi leader di Forza Italia. Il successo a Parma dei “grillini” e’ notevole, ma e’ locale, un’elezione politica e’ tutta un'altra cosa. Nel 2013 sarà più difficile intercettar il malcontento per la politica tradizionale. Oggi come oggi il Pdl e’ “all’ultima spiaggia”, ma ha ancora molte chance di riuscire ad “intercettare” la forte domanda dei “moderati” che sono maggioranza nel Paese. Subito devono “cambiare” liberandosi della “zavorra” che e’ nel suo interno. Cosa capiterà di qui a un anno e’ a tutt’oggi impossibile dirlo. Con la Lega “quasi sparita”, il Pdl ai “minimi termini”, l’Udc “traballante”, “l’armata Brancaleone” all’orizzonte e Grillo che “avanza”. Tutti promettono “rivoluzioni”, ma fino ad ora l’unica rivoluzione l’hanno fatta gli elettori “moderati” con la loro astensione.

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