A molte persone interessano i “titoli onorifici”, e’ l’ennesimo segnale della società che vive di “apparenza formale” a scapito della “sostanza” che conta molto di piu’. Cristianamente e’ riprovevole, umanamente mette in evidenza la debolezza umana. Purtroppo c’e’ chi ha la tendenza a distinguersi per poter dire a loro stessi ed agli altri: “Io non sono come gli altri, io sono meglio degli altri”. Cavour diceva che un sigaro ed un pezzo di carta “non si negano a nessuno”. Per “pezzo di carta” intendeva il titolo onorifico di “cavaliere” o “commendatore”. Ogni anno, durante la festa della Repubblica, il Capo dello Stato assegna un buon numero di onorificenze a cittadini che hanno acquisito “benemerenze” verso l’Italia nel campo del lavoro, della letteratura, delle arti, delle attività sociali ed altri. Sicuramente la stragrande maggioranza di coloro che vengono “decorati” sono meritevoli dell’onorificenza. Per esperienza personale ho pero’ scoperto che nelle case di riposo vivono molte persone che meritano una “onorificenza” piu’ di qualsiasi altro. Persone che, “silenziosamente” ed “umilmente”, si sono assoggettate a lavori durissimi scarsamente retribuiti e, con tante “rinunce e sacrifici”, anche a discapito della loro salute, hanno dedicato l’intera vita al sostentamento della famiglia e sono stati “determinanti” alla trasformazione dell’Australia in un Paese moderno ed avanzato ed oggi tutti possiamo goderne i benefici. E’ per questo che ho sempre considerato dei “Giganti” queste persone per aver affrontato e superato con “coraggio” e “determinazione” gli innumerevoli ostacoli ed handicap. In “ricompensa” ora vivono “soli” e “dimenticati” nelle case di riposo o nelle loro abitazioni. A posto loro, gli “unici” meritevoli di “onorificenze”, viene premiato chi ha acquisito meriti “insignificanti” al confronto di quelli “conquistati” dai “Giganti”.
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