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venerdì 15 aprile 2016

A Roma ci manca solo i gatti contro le "pantecane"

Credo che nessuno che vive a Roma avrà mai il coraggio di negare che quello dei topi è uno dei problemi di fronte ai quali si trova la Capitale. Il ratto, in effetti, spunta ovunque, è lì quasi incurante degli altri "animali bipedi" che lo osservano e, nel contempo, lo schifano, se ne allontanano e spesso gridano ai quattro venti il ribrezzo nei confronti dell'incauto roditore che si diletta a girovagare per le vie romane.
All'improvviso, però, arriva il "salvatore" con la sua proposta (elettorale) per annientare lo squittente esercito invasore. Lui si chiama Antonio Razzi che ha deciso di candidarsi a sindaco della Capitale (come se non bastassero i guai già esistenti nella città dei sette colli) e di lanciare la sua idea per sconfiggere i topi capitolini. Il senatore di Forza Italia (e non Maurizio Crozza) ha proposto di 'importare' a Roma 500mila gatti asiatici (chissà se provenienti dalla Corea del Nord, paese del quale Razzi si sente oramai ambasciatore in terra italica) i quali, razionalmente distribuiti sul territorio comunale, sono destinati a combattere le loro campagne di guerra contro i fastidiosi roditori.
Al di lá del rischio (poco piacevole) di trovare cadaveri di topi sparsi per la città, e al di là del fatto che attualmente sono stati censiti 120mila gatti di strada (oltre ai circa 180mila domestici) che sommati a quelli dell'idea-Razzi raggiungerebbero le circa 620mila unità, al di là di questo, dicevamo, c'è da augurarsi che quelli importati dall'Asia siano quanto meno sterilizzati. Altrimenti, dopo un paio d'anni, ci sarà qualche amministratore (o potenziale tale) al quale verrà in mente di 'assumere' qualche migliaio di alligatori in grado di sterminare i gatti che, nel frattempo, hanno preso il sopravvento nell’urbe.
Sempre che non avvenga prima che le "simpatiche gattare romane" (definizione dello stesso Razzi, ndr) si stufino di accudire aggratisse le centinaia di migliaia di quadrupedi invasori asiatici.

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