A Di Maio in crisi di nervi sono spuntati i capelli bianchi
Il capo politico del M5s soffre la concorrenza di Di Battista e soprattutto la leadership dei populisti di Salvini.
Luigi Di Maio ha avuto un crollo nervoso. Una crisi di nervi. L’aplomb dell’affittacamere si è dissolto, le occhiaie sono diventate più nere, appare persino un filo di sudore, cosa per lui inedita, e qualche incertezza nelle consecutio – questa sì già vista. E spunta qualche capello bianco, al ragazzo, segno di uno stress che la giacchetta avvitata e il nodo ben fatto non riescono a coprire.
Già, sul palco di Fiumicino ieri sera il ragazzo di Pomigliano è parso smarrirsi un pochettino, forse perché aveva alle spalle quel diavolo di Dibba, più descamisado che mai e dunque perfetto nella parte del rivoluzionario de’ noantri ma di certo più in palla del Capo politico. Il quale in poche settimane si è visto prima a palazzo Chigi, poi al ministero del lavoro, poi niente: come quei liceali che sognano una gran fidanzamento con la più bella della scuola e poi si svegliano madidi per correre a scuola.
Di Maio ha fatto la figura del cameriere di Salvini. Che si è rivelato molto più leader di lui. E che con ogni probabilità toglierà voti al ragazzo di Pomigliano, perché se sei veramente sovranista, antieuropeo, anti-istituzionale e anche un po’ xenofobo quello fa per te è la Lega. Non Cinquestelle. Tantomeno Cinquestelle formato Tecnocasa à la Di Maio.
Il M5s è inopinatamente sulla soglia di una potenziale crisi. Che spazio ha fra la Lega lepenista e le forze democratiche e europeiste? E che futuro politico ha, Luigi Di Maio, l’enfant prodige che ha portato il Movimento in questa palude?
Sono domande a cui presto il futuro darà risposte. Intanto lui, Giggino, farebbe bene a darsi una calmata. Ché la parola “impeachment” non la pronuncia neanche tanto bene. Lasci stare.
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